Covid, infettivologo Luigi Greco: “ci adatteremo al virus e tutto questo finirà”

infettivologo Luigi Greco

di Antonio Amorosi – I principali disastri del covid? L’infettivologo Luigi Greco: causati dalla gestione. Si accentra tutto negli ospedali dove c’è il business. Fece scalpore mesi fa l’infettivologo Luigi Greco quando, tornato in prima linea dalla pensione per aiutare contro il Covid, venne cacciato dalla Campania alle prime critiche contro la gestione dell’emergenza. Greco, salernitano, è uno scienziato stimato e aveva già all’inizio indicato come gestire la crisi. Su Top italian scientists Greco che raccoglie le ricerche avvalorate di Scopus e Google Scholar, raccoglie un H-Index di 47 e Citations 8774. A confronto gli esperti più presenti in tv, come Fabrizio Ernesto Pregliasco, non raccolgono neanche un punto, Roberto Burioni un H-Index di 33 e 4209 Citations, il consulente del governo Walter Ricciardi un H-Index di 38 e 5858 Citations.

Il covid andava combattuto con una sanità territoriale, lei l’ha detto subito. Ma ancora oggi, in Italia, si è fatto poco e niente in questo senso o sbaglio?

Fa meraviglia l’omogeneità di tutte le regioni. Come se tutti si fossero messi d’accordo per fare il peggio che si poteva e ci stanno riuscendo magnificamente. Continua ad esserci un incremento di contagi e dopo un anno è vergognoso quanto sta accadendo. Dopo un anno siamo ancora in uno stato di emergenza e hanno sospeso tutte le attività di prevenzione e di promozione della salute con ripercussioni che si vedranno nel futuro. Chi sa quando le pagheremo queste scelte!? Ricadranno sulle persone ma si amplificheranno con un aumento delle disuguaglianze. E’ crollata la prevenzione dei tumori e di tutte le principali attività

Cosa vuole dire alle persone?… Che non sentiranno in tv?

Vorrei tanto far capire alla gente che è normale che un virus viva in mezzo a noi, senza che questo ci porti alla morte. Se fossimo stati più intelligenti e avessimo fatto quello che si è fatto in Inghilterra, dove la priorità assoluta l’hanno avuta sempre gli anziani e le persone fragili, non gli avvocati, i notai, i raccomandati, i politici, il governatore della regione che si va anche a mostrare senza un po’ di pudore, non saremmo a questo punto. Con la cura degli anziani hanno avuto una drastica riduzione della mortalità. Dopo sono venuti gli operatori sanitari e tutti gli altri. Ma in Italia gli anziani sono gli unici a non essere stati sicuramente vaccinati. Questo è vergognoso. Non è un discorso di rispetto, di etica, è un discorso di ripugnanza verso quella categoria che bene o un male gestisce l’Italia. Ma sono comunque positivo. Ci abitueremo a questo virus e sarà come in Inghilterra perché riusciremo a sconfiggerlo tranquillamente, non tanto attraverso la vaccinazione ma soprattutto attraverso l’adattamento. Ci adatteremo a lui, come lui a noi e questa storia finirà. Prepariamoci al futuro

Mi sembra che il problema oggi in Italia continui ad essere che la sanità, organizzata dalla politica, si concentri tutta nei centri ospedalieri o no?

Sì, è tutto ospedale. Ma se lo chiede perché tutto si fa in ospedale?

Perché il business gira sugli ospedali, dalla costruzione alla gestione e a tutti i campi connessi, tra farmaceutica, promozione dei farmaci e servizi?

Si, è lì che girano i soldi. Con la prevenzione non girano grandi soldi. Immagini che adesso a Salerno, con la situazione che c’è in atto, si è progettata la nascita di un nuovo ospedale. È questa la vergogna che c’è in campo. Il business della sanità è direttamente connesso con il business politico che è connesso con le attuali dirigenze che rappresentano la demeritocrazia assoluta. Si arriva ai vertici di questi sistemi senza nessun merito. Perché poi ci si meraviglia che un’organizzazione o un servizio in Lombardia o in Campania non funzionino? Andrebbe posta la domanda: come mai li avete chiamati all’opera? Come le avete scelte queste società e questi vertici?

Certo…

Il covid ha fatto emergere quello che già c’era. Bisogna chiedersi come possono i politici scegliere le persone sempre più incompetenti possibili. C’è da chiedersi il ruolo dei politici in questa benedetta pandemia. Pensi alla cosa gravissima che hanno fatto: ogni regione ha rinunciato al contact tracing, lo hanno fatto tutti insieme. È una strategia demenziale per essere ottimisti. Se non fosse un fatto di demenza ma di strategia politica saremmo nel campo del diabolico. Perché rinunciare al contact tracing, è come dire al virus, ‘fai quello che vuoi’

La sanità è organizzata sul business degli ospedali e sui sistemi connessi che abbiamo visto non funzionano per contrastare una pandemia. Ma il contesto mostra come sia molto difficile riorganizzare la sanità territorialmente per dare una risposta efficace alla pandemia…

Andare nelle scuole a fare prevenzioni o dalle famiglie non fa guadagnare, e neanche avere medici locali

Ma la formazione e la comunicazione sono altri business colossali, più piccoli ma sempre colossali. Anche accettando che la sanità sia un business vedo la difficoltà a traghettare sul territorio queste strutture pachidermiche… di business

E’ anche un problema culturale. Non si arriva ad un cambiamento di mezzi perché la politica non fa altro che terrorizzare le persone, al fine di mantenerle nell’ignoranza. Sennò chi li vota? La politica fa tutto finalizzandolo al consenso elettorale ma non è questo il momento, con una pandemia mondiale. Non si può trattare la comunità come una massa di idioti, come si sta facendo. Un giorno dici una cosa è il giorno dopo il contrario

Oggi un politico che avesse intelligenza e potere cosa dovrebbe fare?

Bisogna avere la capacità di gestire i dati ed elaborare precise analisi rischio. Non serve un premio Nobel per redigere un piano territoriale per il controllo della diffusione del covid. Ma bisogna lavorare sul territorio, cosa che non fa più nessuno. Si accentra tutto negli ospedali. In una fase come questa, pandemica o post pandemica, bisogna capire com’è cambiata la comunità e come si muove perché è completamente stravolta. Questo non solo per uscire dalla pandemia ma anche per recuperare un benessere fisico e psicofisico che alimenta le molte disuguaglianze che si stanno amplificando. Io lavoro e sono in mezzo alla gente e mi rendo conto che siamo in molti casi sull’orlo della follia e della paranoia assoluta

Il problema fondamentale qual è?

Lo ha spiegato bene un articolo della rivista The New England Journal of Medicine che scriveva “morire per mancanza di leadership”, come a dire che questo non è stato solo un problema italiano ma mondiale. C’è un’assoluta mancanza di leadership. Non sono emerse figure autorevoli. E se poi non esiste un sistema di coordinamento attraverso il quale queste figure si parlano va tutto a carte e quarantotto.

Perché manca la visione, la strategia, tutto il resto…

Si. Oggi tra gli stessi operatori c’è una sfiducia totale, da chi interviene sul territorio a quelli negli ospedali. C’è un’incredibile insoddisfazione che fa paura.

Bisogna capire che il covid è un primo allarme di qualcosa che si verificherà sempre di più con l’aumento delle malattie infettive che aumentano con l’innalzamento delle temperature e con la globalizzazione. Bisogna preparare la gente a questa consapevolezza. E poi manca un sistema tecnologico informatizzato integrato in modo da poter condividere tutte le informazioni, tra tutti, e attivare tutti gli interventi utili. Invece viviamo in contesti in cui ognuno ha un suo sistema e ognuno va per i fatti suoi, senza nessuna connessione con gli altri. Bisogna invece gestire le cose insieme. Sono comunque positivo. Ci adatteremo al virus senza avere il disastro che vediamo che è opera principalmente di una classe politica inadeguata.

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