Sferico: “Concerto Rock”, rubrica “Liberi Tutti”

Pittura Filosofica “il Futuro del Mondo” 125x90cm. dipinto ad olio e ambra su tela

Concerto Rock
Nella lettura degli atti ti facevi di sintassi apparentemente sconnesse, incosciente di una grammatica dislessica che il cervello avrebbe assimilato nella digestione, sapendo smistare e gestire liberamente la materia. Il cannibalismo letterario era necessario al nuovo, come tavolozza di colori primari, consoni all’ottenimento di combinazioni di gamme aperte a sfumature armoniche.
Elaborazioni emozionali complesse venivano suonate da sintetizzatori, in pezzi che ti scavavano la sabbia sotto ai piedi.
Non potevi fare a meno di aprire la pista della disco. Sotto ipnosi dei bassi ti ossigenavi i muscoli delle gambe che sarebbero divenute molle in carica, ritmi ancestrali fuori controllo. La tempesta di diamanti maculava di lucciole il palco, per uscire sull’estensione danzante e perdersi a vista d’occhio, in una festa nottambula che non sarebbe finita più.
La partitura erano i movimenti lanciati nello spazio che lasciavano scie, in note di percorrenza, nel disegno della tua melodia.
Avresti dovuto trovare le liriche capaci di smuovere l’anima da un letargo apparente, in un decollo verso l’immenso. Sviluppare pensieri buoni era il lavorio della vita. Sordo, avendo danzato, entravi in uno stato di trans. Cavalcando l’arco della notte, senza fermarti un attimo, eri diventato aereo come la musica. A tua insaputa stavi cantando senza nemmeno accorgertene, in un concerto che era slittato fuori programma. L’improvvisazione era passata come riflesso di un testo che anni prima ti aveva fatto disperare, l’avevi abbandonato come incompiuto ed era riemerso facendosi strada da sé, appena il batterista aveva picchiato i primi colpi del pezzo strumentale, cantato in levare.
La voce si era appoggiata alle note diradate dell’organo Hammond, per liberarsi oltre le corde della chitarra elettrica distorta.
Il pubblico era un mare vivo, mosso dall’imperversare da una psichedelia fuori tema. L’ingombro degli amplificatori cacciavano suoni allungati a lunga gettata. Il ballo era una centrifuga che ti sbalzava fuori! Evaporato, nella febbre di un ritmo che non ti lasciava tregua, avevi consumato la totalità di calorie a disposizione, ma non avresti mangiato né dormito per trascrivere quello che ricordavi delle parole, in una storia giunta da chissà dove.

“il Taglio dell’Orizzonte” pezzo originale, 120x100x61cm. materiali leggeri e finitura al minerale, patina nera, fatto a mano. Photo by Atelier H7, Zürich

Sogni Premonitori
La libertà assumeva uno stato liquido, nella dissolvenza dell’improvvisazione, conducendoti su spiagge sconosciute. Ti immergevi nell’oro della sera, nuotando controcorrente.
Selvaggio, incontravi l’evanescenza di sirene e altri coloratissimi bagnanti che giocavano attorno e con te, agitando le acque in tuffi spettacolari, erano forme ipotizzate da sogni premonitori del mattino che non si erano dileguate con il ritmo del giorno, ma anzi, erano avanzate, sotto la grafite di disegni preliminari, nello studio della parte acquatica dell’Eden. Non avevi identificato il tuo personaggio, ma alla fine che importava?

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Sferico solista in un concerto a Parigi