Vaccino, Draghi: “Non mi sono prenotato ma farò AstraZeneca”

Draghi decreto Covid

“Non ho ancora fatto la prenotazione, la mia classe di età è entrata tra quelle che mi permettono di avere il vaccino. E sì, farò l’AstraZeneca. Mio figlio l’ha fatto l’altroieri in Inghilterra. Nessuna prevenzione, nessun dubbio”. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si prepara a fare il vaccino contro il coronavirus. Il premier riceverà una dose di AstraZeneca, il farmaco che dopo un breve stop ha ottenuto il nuovo via libera dall’agenzia europea.

“La decisione” di sospendere il vaccino “non è stata presa per imitazione o per interessi tedeschi… C’è semplicemente la responsabilità di un governo che si pone nei panni dei cittadini e dice ‘posso permettermi di andare avanti con la campagna vaccinale se l’autorità europea si prende una settimana per vedere se” i vaccini “sono veramente sicuri?'”.

C’è stato un calo di vaccinazioni un solo giorno, poi sono state compensate dall’uso di altri vaccini. C’è stato un rallentamento ma non è stato disastroso”, aggiunge Draghi. “Bisogna porsi la domanda se ci sarà un effetto sulla volontà futura di vaccinarsi: andrà stimato e bisognerà agire di conseguenza, ma credo che alla fine la razionalità degli italiani deciderà. Se ci sarà un effetto, sarà temporaneo e sarà compensato dagli altri vaccini. Siamo a 160-165mila vaccini giornalieri, arriveremo a 500mila ad aprile e l’obiettivo è arrivare a cifre più alte a maggio e giugno. Poi, è chiaro, speriamo di non avere imprevisti con le forniture di vaccini”, afferma ancora.

“Bisogna essere pratici. Il coordinamento europeo ha un grandissimo valore aggiunto, l’ho sempre sostenuto ma qui però si tratta della salute. Quindi se il coordinamento europeo funziona, bene. Sennò bisogna andare per conto proprio. Questo è il pragmatismo a cui stavo facendo riferimento prima”, dice facendo riferimento all’efficienza di un’azione coordinata a livello Ue. “Telefono spesso a Ursula von der Leyen perché il coordinamento europeo è la prima strada da cercare. Se c’è, bene… Ci sono tante domande a cui sarebbe stato meglio rispondere prima. Merkel mi ha detto che se l’autorità europea approverà il vaccino Sputnik, bene”. Se questo non accadrà “farà altrimenti: ci vuole pragmatismo. Bisogna prima cercare il coordinamento europeo, oppure si fa altrimenti”, afferma il premier. “Bisogna essere pronti a fare da soli: è quello che ha detto Merkel ed è quello che dico io”.

Bisogna perfezionare anche il meccanismo interno. “Le regioni vanno in ordine sparso e questo non va bene. L’Italia complessivamente è la seconda in Europa per vaccinazioni ma è molto distante dal Regno Unito per una serie di ragioni: il numero di siti vaccinali, il numero di persone che amministrano i vaccini, il fatto che viene somministrata una dose” ad un numero più ampio di persone e non due dosi ad un numero minore di soggetti. “Le regioni sono difformi nei criteri e nella capacità di amministrare il vaccino. Bisogna darsi regole comuni, partendo da anzianità e fragilità. Se ci sono problemi di capacità, lo stato c’è. Mi sembra che tutte le regioni siano disponibili a collaborare”. adnkronos