Minacce di morte una donna e stupro: neanche un giorno di carcere

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di Cristina Bassi – Milano. Aveva fatto molto scalpore a Milano, lo scorso agosto, lo stupro di una giovane donna tra i grattacieli del quartiere centrale di Porta Nuova. Ieri la notizia che il 23enne arrestato per quella violenza ha patteggiato una condanna a due anni di carcere, con sospensione condizionale della pena. Le ricerche del ragazzo erano partite subito dopo la violenza sessuale, affidate alla Squadra mobile e coordinate dal pm Michela Bordieri e dall’aggiunto Letizia Mannella, a capo del dipartimento fasce deboli della Procura.

La donna, una 34enne polacca che vive da tempo a Milano, era stata notata da una Volante in stato di choc sul ciglio della strada, tra viale della Liberazione e via Melchiorre Gioia, all’alba del 24 agosto scorso. All’inizio molto confusa, dopo alcuni giorni aveva raccontato agli inquirenti di essere stata vittima di uno stupro in piazza Gae Aulenti e aveva sporto denuncia. Nella notte tra il 23 e il 24 un uomo sconosciuto l’aveva sorpresa alle spalle, trascinata in un prato accanto alla piazza, minacciata di morte e costretta a subire un rapporto sessuale. La giovane è stata soccorsa dal 118 e poi visitata all’Svs della clinica Mangiagalli, i cui esperti hanno riscontrato ecchimosi e lividi e hanno certificato la violenza.

La vittima ha detto agli agenti che nella serata del 23 agosto aveva bevuto qualcosa nei locali di corso Como. Qui tre ragazzi l’avevano avvicinata per chiacchierare. Quando lei si è incamminata verso casa, uno di loro ha preso a seguirla. Anche le indagini hanno confermato la ricostruzione fatta dalla 34enne. In particolare le telecamere della zona hanno immortalato la dinamica e i movimenti del giovane, italiano di origine egiziana, individuato e arrestato un mese dopo i fatti. A incastrare il sospettato era stato inoltre un campione di Dna raccolto dalla Scientifica sul luogo dello stupro e che corrispondeva al profilo genetico del fermato.

Il 23enne era incensurato e in questo modo alla vittima è stato risparmiato il difficile percorso di un processo. La pena prevista per violenza sessuale va da sei a 12 anni di reclusione. Con il patteggiamento, d’accordo accusa e difesa e con l’ok del giudice, è possibile ottenere uno sconto di pena. La stessa condanna a due anni, oltre al trattamento terapeutico e a un risarcimento alla vittima, era stata patteggiata alcuni mesi fa nel caso del giornalista ed ex assessore del Comune di Milano, Paolo Massari.

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