“Speriamo nel ritorno alla presenza al più presto. Però, insisto, il futuro non sarà il ’19, sarà un mix tra il ’19 e il ’20. Non consideriamo la fine della pandemia come finalmente il ritorno al ’19, sarebbe un errore enorme. Pur con la necessità del ritorno il più rapidamente al fisico, dobbiamo e possiamo cogliere le occasioni della digitalizzazione“.
Lo ha detto Enrico Letta nel suo intervento on line all’ incontro ‘Musica e futuro virtuale’ di Fiera Didacta Italia. “Questa sarà una delle questioni del futuro, almeno in ambito universitario e dell’istruzione superiore, una parte di didattica a distanza rimarrà per consentire di avere ospiti e relatori che altrimenti non si avrebbero mai -ha spiegato il segretario del Pd-. Non santifico la didattica a distanza, ma qualche pezzo di attività a distanza sarà un modo per superare le disuguaglianze, perchè il grande professore, la grande star, che normalmente si muove solo per le grandi università a distanza puoi convincerlo a fare delle cose in università periferiche”.
Proprio sulle disuguaglianze, Letta ha insistito: “Con la didattica a distanza chi va bene, va molto bene. Chi va male, va molto male. Per i professori non è facilissimo pescare la sofferenza che in Dad si nasconde molto più che nel rapporto fisico. E c’è il problema delle condizioni socio economiche, delle connessioni, della casa, della stanza da cui ti colleghi, l’ambiente, la famiglia. Questo crea disuguaglianze”. (Adnkronos)