di Alessandra Benignetti – Non è passato neppure un mese da quando il consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, Walter Ricciardi, evocava un nuovo lockdown generale, scatenando una vera e propria bufera politica. Oggi l’igienista dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ci ricasca. A far discutere stavolta, è la sua firma apposta in calce ad un appello siglato da numerosi scienziati europei per promuovere il Nutriscore, e cioè la famigerata “etichetta a semaforo”, che finisce per bollare di fatto le eccellenze del nostro agroalimentare come nocive per la salute, mettendo in pericolo un settore che vale 46,1 miliardi di euro soltanto di esportazioni.
Non a caso il governo italiano, assieme a quello di altri Paesi, sta conducendo una vera e propria battaglia in Europa contro l’introduzione di questo sistema, promosso in primis da Francia e Germania. Un fatto che, evidentemente, sarà sfuggito al consulente di Speranza, che ha pensato bene di sottoscrivere un documento che va esattamente nella direzione opposta.
Il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, che dal suo insediamento si è espresso più volte contro il Nutriscore, si è precipitato a chiarire come il “sistema a semaforo” sia “assolutamente inconcepibile, immotivato e ingiustificabile”. “Non possiamo permetterci che un sistema di etichettatura che si limita a mettere un bollino su un alimento senza far capire l’importanza di scelte alimentari equilibrate distrugga il sistema alimentare italiano”, ha tuonato, promettendo di intervenire “con forza” a Bruxelles nel prossimo consiglio di lunedì.
Ma le sue parole non sono servite a fermare le polemiche. Il leader della Lega, Matteo Salvini, è tornato a chiedere un passo indietro del consulente. “Se fosse vero che ha firmato un appello francese in favore del Nutriscore, in opposizione al sistema Nutrinform a cui ha aderito il governo Italiano, – incalza – si dimetta dal suo incarico“.
A chiedere la “testa” del fedelissimo del ministro è anche Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia, che chiede a Speranza di “rimuovere” Ricciardi, dopo l’endorsement a quello che definisce come “l’ennesimo assalto alle nostre eccellenze agroalimentari”.
“Ricordo a Ricciardi che il governo italiano ha aderito al Nutrinform sul quale lui oggi ha pubblicamente espresso perplessità, per questo chiediamo le sue dimissioni”, ribadisce anche il capodelegazione dello stesso partito al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. “L’Italia – insiste – su un tema così importante deve saper fare sistema”.
La partita che si sta giocando in queste settimane in Europa è cruciale per un settore che rappresenta il 15 per cento del nostro Pil. Nei Paesi in cui è in vigore, infatti, l’etichetta a semaforo già penalizza i prodotti simbolo della dieta mediterranea, come l’olio extravergine d’oliva, il parmigiano, o gli insaccati, privilegiando prodotti di sintesi contrassegnati con la lettera A “verde”.
Si tratta di “un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”, sottolinea Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, una di quelle associazioni che da anni si batte con il coltello fra i denti contro l’imposizione di questa linea, che di fatto favorisce le grandi multinazionali a scapito dei piccoli produttori.
Nutriscore boccia l’85% di prodotti italiani
“L’etichetta nutrizionale a colori – chiarisce ancora Prandini – boccia ingiustamente quasi l’85 per cento in valore del Made in Italy a denominazione di origine, che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid”. “È necessario – sottolinea quindi la Coldiretti – intervenire con urgenza per fermare l’attacco al prodotti alimentari nazionali con il rischio del via libera all’etichetta Nutriscore”.
“La posizione assunta dal professor Ricciardi rischia di creare una situazione di incertezza che va subito eliminata”, attacca anche Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. “Tutte le opinioni personali sono rispettabili ma la prudenza dovrebbe essere d’obbligo quando si riveste la carica di consigliere del ministro della Salute”, è il commento del numero uno dell’associazione, che fa appello al governo affinché dia “continuità alle iniziative politiche e diplomatiche per contrastare la strada al Nutriscore e sostenere il sistema alternativo definito in Italia ai fini di una più corretta informazione dei consumatori”.
A rassicurare i rappresentanti del settore è lo stesso ministro Patuanelli, che ieri non ha usato messi termini: “La realtà è che le esportazioni italiane di produzioni ad alto valore aggiunto vanno su mercati che fanno gola ad altri”. “Vuole essere utilizzato il sistema Nutriscore – ha messo in chiaro – per portare via la capacità del nostro paese di esportare prodotti ad alto valore aggiunto, quindi con mercati molto ricchi, a favore di chi in questo momento non ha accesso a quei mercati”.
Contro la mossa di Ricciardi si è schierata anche l’ex ministra Teresa Bellanova, che parla di attacchi “sconcertanti” e “accuse rozze” che “rischiano di fare molto male all’intera filiera agroalimentare italiana”.