Evitare la ‘fuga’ dal vaccino AstraZeneca e recuperare il tempo perso per la sospensione della somministrazione del farmaco. In attesa della decisione dell’Ema, nel governo c’è preoccupazione per l’effetto che le notizie sul vaccino di Oxford potrebbero avere sui cittadini: a poche ore dalla sospensione in via precauzionale, dalle Asl arrivano informazioni sulle disdette di appuntamenti. Per questo, è la convinzione, occorre fare in fretta nella verifica ed eventualmente ripartire subito, dando informazioni e rassicurazioni.
Il premier Mario Draghi ne ha parlato con il presidente francese Emmanuel Macron, che ha adottato lo stesso provvedimento. Entrambi hanno ribadito che la sospensione è “una misura temporanea e cautelativa che durerà fino a giovedì 18 marzo, in attesa della conclusione dell’analisi supplementare condotta dall’Agenzia Europea per i Medicinali”.
Già oggi, dall’Ema sono arrivate dichiarazioni preliminari “incoraggianti” e se giovedì arriverà il via libera, sia Draghi che Macron “sono pronti a far ripartire speditamente la somministrazione del vaccino AstraZeneca”.
Per quanto temporaneo, lo stop ad AstraZeneca comporterà comunque, se il farmaco sarà riammesso giovedì, circa 200 mila vaccinazioni in meno. Una battuta d’arresto su cui oggi ha fatto il punto la struttura del commissario Francesco Paolo Figliuolo, che ha messo a punto un possibile piano di ‘rientro’. Se le somministrazioni ripartiranno il 18, il rallentamento potrà essere riassorbito nell’arco di un paio di settimane, anche grazie all’incremento di circa 707 mila dosi del vaccino Pfizer.