Salute e benessere in tempi di Covid

stefano montanasi salute

di Stefano Montanari – Da quanto tempo abitiamo in questa pallina blu che chiamiamo Terra è cosa difficile da stabilire. Indipendentemente da qualunque calcolo, vero è che con il passare dei millenni il nostro aspetto si è modificato ma, di fatto, non la nostra fisiologia. O, almeno, non tanto. Visti sotto l’aspetto zoologico, noi siamo dei mammiferi che, pur con tutt’altro che trascurabili differenze nella dieta dipendenti da tempo, luogo, circostanze e, recentissimamente, filosofia e religione, sono onnivori.

Come quello di qualunque altro essere vivente, anche il nostro organismo è quanto mai complesso nel suo funzionamento e, in realtà, siamo ben lontani dal conoscerne tutti gli aspetti. Ciò che sappiamo per certo è che siamo un immenso laboratorio chimico nel quale avvengono contemporaneamente miliardi di reazioni ogni secondo, e, perché queste reazioni avvengano correttamente – il che significa, per essere semplici, “per il nostro bene”- tutte le condizioni devono essere rispettate.

Ahinoi, però, quello che noi chiamiamo progresso come se il concetto si applicasse solo alle capacità tecnologiche inquina sempre di più le condizioni, e il verbo inquinare è usato a proposito.

Con un’accelerazione degna di altre applicazioni, noi stiamo modificando l’ambiente del Pianeta, e non certo verso quello che ho chiamato “il nostro bene”. Basterebbe osservare come, in atmosfera, la concentrazione di anidride carbonica, cioè il nostro gas di scarto e quello prodotto dalle tantissime combustioni di cui facciamo uso, stia aumentando ad ogni rilevazione, oggi con valori mai toccati da che noi esistiamo come inquilini della Terra. Così è per le polveri sottili ed ultrasottili, tra parentesi il mio campo specifico di ricerca. E così è per un’infinità di sostanze decisamente incompatibili con la nostra fisiologia che non sono contemplate dalla Natura.

Non solo l’aria, ma l’acqua e la terra sono vittime di questo avvelenamento di cui noi siamo mandanti e vittime insieme, ed è inevitabile che ciò di cui ci nutriamo, di natura vegetale o animale che sia, soffra della condizione, con la conseguenza di fornirci alimenti sempre più poveri e scadenti fino ad essere, in qualche caso, decisamente tossici. Tra i mille esempi possibili riporto quello di tanti pesci, animali la cui salute era citata in modo proverbiale e che oggi sono ammalati forse più di noi. Il metilmercurio, la forma organica del mercurio che per noi costituisce una sostanza tossica, deriva dall’inquinamento con cui continuiamo ad avvelenare il mare, e la sua presenza nel pesce va aumentando fino a livelli inquietanti. Ma la frutta e la verdura non sono certo esenti dall’inquinamento e dall’impoverimento di sostanze indispensabili per la nostra salute. Concimi chimici, diserbanti, pesticidi, coltivazioni forzate, modifiche genetiche… Ognuno di quegl’interventi umani è un attentato alla salute degli umani stessi. Inutile insistere sulla carne, con il bestiame allevato attraverso alimenti innaturali, ormoni, antibiotici, e in condizioni tutt’altro che salutari.

A questa situazione non proprio ideale si aggiunge in modo crescente uno stile di vita che si allontana sempre di più dalle esigenze fisiologiche. Un abuso di farmaci fino quasi al grottesco, una vita sedentaria e la scarsità di esercizio fisico sono sempre stati additati e riconosciuti come nemici della salute, e così il cattivo umore in tutte le sue gradazioni.

Come qualunque macchina, per mantenere la propria efficienza l’organismo deve lavorare, deve godere di manutenzione e, per quanto ci riguarda, deve ricevere aria ricca di ossigeno, gas indispensabile per il metabolismo cellulare come lo è per i motori a scoppio. Più complicati di qualunque macchina, noi dobbiamo esporci al sole, e questo, fra le tante ragioni, per poter metabolizzare la vitamina D (di fatto un gruppo di 5 molecole diverse) indispensabile, tra le altre funzioni, per il nostro sistema di difesa contro numerosissime malattie.

Ancora più complicati delle macchine, noi abbiamo bisogno del buonumore, e questo perché, per quanto possa sembrare strano, ma come si diceva un tempo con la frase “il riso fa buon sangue,” stare allegri attiva i cosiddetti linfociti T indispensabili per l’efficienza del sistema immunitario, abbassa il livello del sierocortisolo che delle difese immunitarie è nemico giurato, e facilita la produzione di sostanze chiamate betaendorfine dotate di funzione antidolorifica.

Ciò che sta accadendo oggi, quasi d’improvviso, è che al peggioramento delle condizioni ambientali, all’uso ingiustificato di farmaci e all’impoverimento del cibo si aggiungono le cosiddette misure anti-Covid, misure burocratiche che definire scriteriate sarebbe poco.

La manifestazione più vistosa e diffusa è indossare una mascherina davanti a naso e bocca. Per non citare che un paio dei tanti danni che quell’imposizione comporta, basterà ricordare il fatto che dopo pochi minuti il tessuto s’inumidisce, e su quell’umidità trovano terreno ideale per prosperare batteri, funghi e virus patogeni. A questo si aggiunge l’accumulo di anidride carbonica tra viso e maschera, e quel gas che costituisce il rifiuto del metabolismo delle cellule alle cellule viene restituito, intossicandole e creando una situazione di acidosi, vale a dire un aumento dell’acidità di tutti i tessuti, che favorisce l’instaurarsi di numerose malattie, tra le quali il cancro. Sia chiaro: nulla del poco che ho scritto è messo in dubbio dalla medicina. Semplicemente, si fa finta di nulla.

Se fino a pochi decenni fa dei cosiddetti integratori non ci sarebbe stato alcun bisogno, ora, con il tracollo delle condizioni di vita, integrare la dieta con le sostanze che non assumiamo più o che sono diventate indispensabili per ricostruire un laboratorio efficiente nell’organismo è inderogabile se l’obiettivo è quello di stare bene ammalandoci il meno possibile. Ma occorre prestare attenzione a come l’integrazione viene messa in atto.

La situazione peggiora, e non di poco, con il cosiddetto lockdown. Restando chiusi in casa manca non solo l’esercizio fisico ma l’esposizione al sole, con tutto quanto da questo consegue e di cui ho accennato. Aggiungo che non di rado l’atmosfera casalinga è non di poco peggiore di quella esterna, e questo anche in città notoriamente inquinate.

E quanto al buonumore, beh, certo essere rinchiusi in una specie di arresti domiciliari, magari sapendo che la propria attività lavorativa sta andando a catafascio, non fa certo bene alla salute.

Insomma, se lo si fosse studiato apposta per indebolire l’animale uomo, dovremmo rendere omaggio al pieno successo dell’operazione.

Dando per scontato il fatto che la salute pretende un ambiente adatto, una vita attiva e un cibo pulito e ricco di nutrienti come, del resto, la Natura aveva pianificato, non possiamo altro che allargare le braccia e accettare le condizioni alle quali siamo costretti. Non dovrà essere la resa, però.

Giusto per non fare che un esempio comprensibile a tutti, prendiamo il ferro, elemento di cui l’organismo, e segnatamente il sangue, non può fare a meno. A contenere quel metallo sono tanti prodotti, ma non sempre sono utili. Questo perché il ferro, così come qualunque altra sostanza, deve essere biodisponibile, cioè in una forma chimica accettabile dall’organismo e utilizzabile, e non basta la sua presenza nella bottiglietta o nella scatola.

Altro inconveniente di tantissimi integratori è quello di contenere sostanze prodotte chimicamente in laboratorio. Ancora per fare un esempio facile, prendiamo la vitamina C, chimicamente acido ascorbico. La molecola può essere prodotta per sintesi, e, di fatto, sono circa 100.000 le tonnellate che vengono prodotte industrialmente ogni anno. Dal punto di vista puramente chimico, non c’è differenza tra l’acido ascorbico industriale e quello che si trova nei vegetali, eppure quello naturale è di gran lunga più efficace. Il motivo è banale: l’acido ascorbico puro, cioè da solo, non esiste in natura. Ciò che esiste è quella molecola insieme a decine di altre molecole che ne incrementano, e di parecchio, l’attività: una situazione impossibile da riprodurre artificialmente.

Forse varrebbe la pena di meditare sulla strada che abbiamo intrapreso e sugli obiettivi che noi ci siamo dati o, magari, quegli obiettivi a darceli è qualcuno che non siamo noi ma che noi abbiamo accettato. Forse è un po’ triste e forse ingrato dover integrare la dieta a fronte di tutto quanto la Natura ci regala o vorrebbe regalarci. Ma, se non si può fare altro, faremo di necessità virtù. L’importante è non arrendersi.

Stefano Montanari