L’oppositore russo Alexey Navalny è attualmente detenuto nella colonia penale numero 2 (PC-2), situata nella regione di Vladimir, ha detto lunedì in una lettera alla TASS il 235 ° tribunale militare della guarnigione. Il tribunale esaminerà una causa intentata dal rappresentante di Navalny per l’inerzia degli investigatori riguardo al ricovero di un blogger a Omsk.
Il capo del PC-2 è stato informato del procedimento giudiziario, ha detto la corte, aggiungendo che ciò è stato fatto “per notificare Navalny”. La denuncia sarà esaminata il 16 marzo. La corte ha chiesto alla colonia di “garantire la partecipazione di Navalny all’udienza tramite videoconferenza”.
Il caso sarà valutato il 16 marzo e la notifica è stata inviata al capo della colonia penale numero 2 per informarne Navalny. La corte – scrive sempre la Tass – chiede all’amministrazione della colonia penale di “garantire la partecipazione al processo” di Navalny “tramite videoconferenza”.
“Devo ammettere che il sistema carcerario russo è riuscito a sorprendermi. Non potevo immaginare che fosse possibile organizzare un vero campo di concentramento a 100 chilometri da Mosca”, scrive Alexey Navalny su Instagram, dove è stata pubblicata una sua foto col cranio rasato. L’oppositore non ha denunciato maltrattamenti e anzi, dice che tutti sono “amichevoli e cordiali”. “La routine, il quotidiano, l’osservanza letterale di regole infinite. Telecamere ovunque, tutti sono monitorati e alla minima infrazione viene fatta una denuncia”. Una cosa alla “1984 di Orwell, l’educazione attraverso la disumanizzazione”, dice ancora.
“Ci sono anche momenti colorati nel bianco e nero della vita quotidiana. Per esempio, ho una targhetta e una foto sul petto, ed è sottolineata da una bella striscia rossa. Dopo tutto, sono incline alla fuga, ricordate? Di notte mi sveglio ogni ora per trovare un uomo accanto al mio letto. “Sono le 2 e 30, il detenuto Navalny è al suo posto”, dice. Dopo mi addormento di nuovo con il pensiero che ci sono delle persone che si ricordano di me e non mi perderanno mai. È bello, vero?”. Il post di conclude con un “abbracci a tutti”. AGENPRESS