Si ammala di Covid nella pizzeria dove lavora e il datore di lavoro lo licenzia con l’accusa di aver avuto un comportamento “negligente nei confronti dell’azienda”, perché si è assentato per 9 giorni senza dare sue notizie ufficiali.
Succede a Roma in una pizzeria-tavola calda della zona nord. Giuliano B (il nome non è di fantasia), lo scorso primo marzo ha ricevuto una raccomandata dal capo del personale della cooperativa con la quale viene contestata l’assenza continuativa per 9 giorni dal posto di lavoro e così il dipendente passa al contrattacco e racconta la sua versione dei fatti all’associazione Giustitalia.
“Io dall’8 febbraio al 17 febbraio sono entrato in quarantena perchè in contatto stretto con un positivo nel luogo di lavoro (tra l’altro la figlia del datore di lavoro). Il datore non ha avviato nessuna segnalazione all’Asl esortando noi dipendenti a continuare a lavorare facendo finta di nulla. Io autonomamente ho segnalato il caso e seguendo le direttive dell’Asl e la profilassi sanitaria nazionale ho fatto la mia quarantena. Qualche giorno fa mi arriva una lettera dal datore di lavoro che mi accusa di aver avuto un comportamente gravemente negligente per l’azienda”.
L’Associazione Giustitalia sta perorando un’azione legale non solo per il reintegro immediato del lavoratore nel posto di lavoro e per il risarcimento dei danni, ma anche per un esposto contro il datore di lavoro che non ha segnalato all’Autorità sanitaria il caso covid e che ha preteso che i dipendenti andassero a lavorare nonostante la quarantena.