Svezia: fanatici pro-mask accusati di «attentare alla democrazia»

Se in Italia abbiamo i negazionisti no-mask, in Svezia, dove un vero lockdown non c’è mai stato, sono i pro mask — coloro che vogliono la mascherina — a essere considerati «cospiratori». Il gruppo privato su Facebook si chiama Mewas (Media Watchdogs of Sweden, ovvero Cani da guardia dei media svedesi).  Il fondatore Begg dopo avere ricevuto diverse lettere minatorie ha deciso, a metà febbraio, di tornare in Irlanda

Il gruppo è nato a inizio pandemia, in Svezia: precisamente nell’aprile 2020. Ne fanno parte 200 tra ricercatori, accademici e professionisti, per lo più stranieri. Lo scopo è, come dice il nome, di verificare le notizie che circolano sui media nazionali, ma anche di commentare le scelte svedesi per combattere il Covid-19.

Prima di dicembre 2020 Mewas non era noto, finché non è diventato oggetto di inchiesta di una puntata del 9 febbraio di Radio Sweden, dal titolo «Le preoccupazioni degli esperti su un gruppo Facebook segreto».

Una giornalista dell’emittente svedese si è infiltrata nel gruppo con l’idea di dimostrare che fosse pericoloso. Poiché, spiega Anna, «comunichiamo in inglese, e potremmo diffondere, secondo loro, un’idea scorretta della Svezia». Se entriamo nel merito dei contenuti condivisi sul gruppo nessun complottismo, ma se mai qualche tono acceso. Keith Begg, fondatore del gruppo, ha paragonato la strategia svedese all’eugenetica nazista, in un suo post personale su Twitter. Tanto che l’epidemiologa Emma Frans, chiamata a commentare l’inchiesta di Radio Sweden, ha scritto: «Gruppi come questo sono una minaccia per la democrazia», post poi ritwittato dall’account ufficiale della sanità pubblica.  […]

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