“Non è che ogni volta che fanno un soccorso tornano immediatamente indietro. Le Ong si fermano nelle aree, diciamo libiche, anche tre, quattro giorni per recuperare più migranti possibile”
Il processo Gregoretti, quello a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona dei migranti a bordo della nave, segna un punto a favore del leader leghista. L’involontario assist – si legge sul Giornale – lo serve proprio il suo successore, vale a dire l’attuale titolare del Viminale che nella testimonianza in Aula ammette.
“Le navi che vanno a fare soccorso in acque Sar libiche – spiega la ministra Luciana Lamorgese – non è che ogni volta che fanno un soccorso tornano immediatamente indietro. Tante volte, con dei soccorsi effettuati, si fermano nelle aree, diciamo libiche, anche tre, quattro giorni in attesa poi di recuperare il più possibile quelli che sono in difficoltà.”
“Quindi – dice ancora – vuol dire che sono delle navi che comunque sia hanno la possibilità di stare ferme con delle persone appena recuperate in acqua. Di farle stare sulle imbarcazioni anche per quattro, cinque giorni, perché loro chiedono il Pos (place of safety) quando hanno l’imbarcazione piena e poi ritornano”.
Le Ong chiedono il posto sicuro
Prosegue Lamorgese “chiedono il Pos con la procedura che ho detto, prima nelle acque Sar libiche, poi Malta e poi l’Italia. Se fossero in condizioni di non poter restare, allora appena recuperati dovrebbero immediatamente venire, avvicinarsi verso Paesi che sono sicuri, tipo Malta e l’Italia e non sempre è così perché talora rimangono anche più giorni.
La Lamorgese ha dato un’altra risposta che costituisce un assist a Salvini. «Quindi – le dice ancora il giudice – non trova una differenza sostanziale tra i casi: Diciotti, Gregoretti e l’Ocen Viking? E il ministro risponde: «Alla fine il risultato è stato, diciamo, più o meno analogo a quello precedente, perché questo va detto, anche se con motivazioni diverse”. www.affaritaliani.it