Sanremo 2021: tra un Festival sfavillante e un Paese morente

Sanremo

Agli italiani col culo per terra tutto importa tranne che le canzonette. O meglio, le canzonacce di Sanremo

L’analisi del critico musicale, giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra tra un Festival sfavillante e un Paese morente.

Italia flop. Sanremo flop. Lavoro? Occupazione? Non pervenuti. Il Paese rischia grosso. Il 31 marzo si avvicina, e l’incertezza aleggia sempre più diffusa e ineludibile per milioni di occupati.

Per quanto sui giornali si continui a scrivere che arriveranno soluzioni, che i direttori del personale avranno il più possibile la mano leggera con le chiusure contrattuali, la realtà è che ci sono mercati fermi. La perdita della libertà presuppone la decimazione sistematica e progressiva di interi comparti: turismo, autobus, da viaggio, locali di ogni genere, giostre, circhi, intrattenimenti, palestre e spettacoli viaggianti.

Quindi, di che parliamo? Stante un simile scenario, com’è soltanto logicamente possibile che le imprese piegate in ginocchio da bruschi e prolungati stop forzati abbiano ancora bisogno di lavoro se per le PMI al momento di commesse non ce ne sono?

La Rai butta milionate di soldi pubblici per Sanremo

Mentre lo spettacolo italiano ha perso il 97% del proprio fatturato 2020, la Rai butta milionate di euro pubblici (pagati anche profumatamente con i denari del Canone) in un obbrobrio conclamato e insostenibile che si chiama Festival di Sanremo.

Un agglomerato informe di canzoni, musica, parole che continua a occupare la prima serata di Raiuno, noncurante del fatto che agli italiani col culo per terra tutto importa tranne che le canzonette. O meglio, le canzonacce, quali sono quelle scelte da un più che sorridente Amadeus da apparire quasi fuori luogo.

Non ci andava una scienza a comprendere che Sanremo 2021 non avrebbe fatto presa sugli italiani arrabbiati, sfiniti e affamati. Su un popolo che tutto è fuorché sovrano a casa propria. Su una nazione che, anzi, s’incazza ancor più quando deve subire l’umiliazione di una festa televisiva in barba a coprifuoco e locali chiusi per tutti gli altri comuni mortali.

Anche per la terza serata, vincitrice è una donna: Antonella Ferrari, attrice-coraggio che ha insegnato come ogni crisi sia un’opportunità per l’uomo che sa vedere oltre i vincoli e gli ostacoli del destino.

Maurizio Scandurra