di Andrea Cionci – L’intervista di Massimo Franco a Ratzinger vorrebbe essere risolutiva, ma aggrava i sospetti. Attenzione, attenzione: oggi l’intervista in esclusiva di Massimo Franco del Corriere della Sera a papa Benedetto XVI che finalmente dovrebbe fare chiarezza sul mistero dei due papi.
Copiamo i virgolettati del “papa emerito” che, secondo l’interpretazione data da Franco taglierebbero definitivamente la testa al toro sulle dicerie e le contestazioni che vorrebbero Bergoglio come papa non legittimo:
“Non ci sono due Papi. Il Papa è uno solo…». Joseph Ratzinger lo dice con un filo di voce, sforzandosi di scandire bene ogni parola. «Il Papa è uno solo» ripete battendo debolmente il palmo della mano sul bracciolo”.
Il papa è uno solo, benissimo. QUALE DEI DUE ALLORA? Ratzinger non lo spiega.
Se rileggete attentamente l’articolo di Franco, da nessuna parte Ratzinger afferma: “Bergoglio è il solo unico vero papa”. Cosa che sarebbe stata la più ovvia, semplice per risolvere una annosa querelle.
Quindi, volendo, le dichiarazioni di Benedetto potrebbero anche essere perfettamente interpretate come riferite anche a se stesso: ”Il papa è uno solo ed è quello che ha conservato il munus petrino, cioè IO”.
Continua Ratzinger nell’intervista di Franco:
«È stata una decisione difficile. Ma l’ho presa in piena coscienza, e credo di avere fatto bene. Alcuni miei amici un po’ “fanatici” sono ancora arrabbiati, non hanno voluto accettare la mia scelta”.
La sua decisione ha lasciato scontenti i suoi fedelissimi? E che vuol dire? Aldo Maria Valli ( qui: )
ama molto Benedetto, ma non ha condiviso la sua scelta.
Valli pensa che Bergoglio sia un papa legittimo, (anche se non reale nella sostanza spirituale), ed è scontento delle dimissioni di Ratzinger.
Questo non esclude che Benedetto si sia potuto apparentemente dimettere per seguire una strategia che a Valli sfugge. Di tale ipotesi ne abbiamo scritto qui:
Continua Benedetto: “Penso alle teorie cospirative che l’hanno seguita: chi ha detto che è stato per colpa dello scandalo di Vatileaks, chi di un complotto della lobby gay, chi del caso del teologo conservatore lefebvriano Richard Williamson. Non vogliono credere a una scelta compiuta consapevolmente. Ma la mia coscienza è a posto».
Veramente non sono queste le teorie cospirative che vanno per la maggiore, bensì le macchinazioni del gruppo della Mafia di san Gallo – peraltro dichiarate esplicitamente dal primate del Belgio card. Danneels – e della massoneria ecclesiastica. Lo sanno tutti, sono anni che se ne parla.
Né la massoneria, né la Mafia di San Gallo, sono citate da Ratzinger, per l’appunto
Quindi la sua scelta di non-dimettersi, o dimettersi invalidamente, avrebbe potuto essere dettata da pressioni di lobby (da lui non citate) e questo disegno, sottilmente strategico, ha lasciato scontenti i suoi sostenitori che non lo hanno colto. Lui ha la coscienza a posto perché sa che Tempus omnia revelat. Come vedete il discorso di Ratzinger filerebbe ugualmente, senza una piega.
Allora Benedetto XVI è disonesto e usa dei trucchi? Nient’affatto: sarebbe perfettamente sincero e coerente con la condotta che ha avuto fino ad oggi. A vederla da un’altra prospettiva, di pari dignità rispetto a quella del Corriere, Benedetto non si è dimesso validamente, è ancora papa perché conserva il munus petrino, continua a vestire di bianco, a farsi chiamare Pontifex Pontificum, a impartire la benedizione apostolica, a pronunciarsi in materia di fede e ribadisce pure in intervista, con forza, che IL PAPA E’ SOLO UNO: LUI”.
A vederla così, il discorso fila del tutto.
Complottismo? No, la lingua italiana parla chiaro, basta saperla leggere attentamente e il collega Franco ha sicuramente riportato i virgolettati con fedeltà.
Ora, è evidente che se fosse vero che Ratzinger è stato costretto a dimettersi, potrebbe plausibilmente non essere libero di esprimersi liberamente: magari è ricattato, o minacciato, chi lo sa? Per quale motivo, altrimenti, il “pastore tedesco”, il teologo adamantino, il razionalissimo pensatore tedesco e profondo conoscitore della Chiesa dovrebbe essere così ambiguo? Per il gusto di lasciare un miliardo e 300.000 cattolici nell’ansia e nell’incertezza?
E allora è ovvio che, in un caso del genere, la sua unica risorsa potrebbe essere solo un linguaggio che sia veritiero, ma velato, che solo alcuni riescono a interpretare correttamente, secondo il Logos divino. Un linguaggio sottile che è stato ravvisato anche nella Declaratio di dimissioni.
Peraltro, le pesanti e zuccherine sovrastrutture del Corriere, che, proprio a ridosso delle ultime dichiarazioni di Aldo Maria Valli vogliono a tutti i costi far dichiarare a Benedetto QUELLO CHE LUI NON HA DETTO, la dicono lunga sulla narrativa mainstream circa i due papi. Di certo l’intervista non definisce un bel niente, ma anzi aggrava i sospetti.
La sensazione è che Ratzinger, che a quanto pare è l’unico che conserva il titolo di Vicario di Cristo (Bergoglio vi ha rinunciato) sia “candido come una colomba e astuto come un serpente”, come raccomandava Gesù Cristo. E che, con quattro parole usate col contagocce, abbia fatto fessi tutti quanti. Di nuovo.