Ormai è chiaro il motivo della decisione e dell’azione del Sen. Matteo Salvini di partecipare all’ammucchiata governativa e di tacere su problemi per i quali in precedenza aveva riscosso numerosi consensi. Lui è un “europeista” favorevole all’usura dell’euro.
Non posso pensare che il Sen. Matteo Salvini abbia mutato la sua posizione in cambio della assoluzione dall’accusa di sequestro di persona. Non lo faccio capace di tale squallore morale.
La presenza della Lega nel governo è stata “spiegata” con la possibilità di orientare al meglio l’azione del governo. Tuttavia, la realtà mostra l’accrescersi di sbarchi in Italia di clandestini (ormai non c’è più la scusa del salvataggio di naufraghi), ma il Sen. Matteo Salvini ora tace a tale riguardo. Gli va bene la Lamorgese. Così pure tace sulla sua richiesta, più volte ribadita, di sospendere l’invio di cartelle esattoriali. Per non parlare della criminosa politica in materia sanitaria. Ci saranno ancora chiusure, limitazioni, disastri economici, suicidi, aumento della povertà e della disperazione, ma il Sen. Matteo Salvini non affronta più tali temi. Gli sta bene anche Speranza. Come gli va bene l’euro e la ulteriore rinuncia ad ogni sovranità nazionale.
Lui sa che perderà molti consensi in termini di voti ma evidentemente persegue altri obiettivi.
Io non voglio criticare più del necessario coloro i quali per una scelta di “voto utile” votarono la Lega, vedendo nel suo leader un difensore dei detti e irrinunciabili interessi nazionali. Spero solo che essi si siano resi conto di essere stati gabbati, e non ripetano l’errore.
L’alternativa affidabile non può essere Fratelli d’Italia per l’ambiguità della posizione assunta e per la non affidabilità su temi cruciali, nonostante ogni migliore e rassicurante esternazione della sua leader che dà motivo ad ogni diffidenza anche per la sua accettazione di presiedere il partito europeo dei conservatori, e di essere ammessa nell’Aspen Institute in compagnia di soggetti poco raccomandabili e responsabili di ogni nefandezza sui temi della politica economica e sociale, oltre che di disconoscimento della sovranità dello Stato.
Forse anche questa gente intende l’Italia come il “vostro” Paese.
Noi siamo diversi, veniamo da posizioni ben differenti e abbiamo differenti finalità. La storia ce ne dà conferma. Noi siamo, nella continuità storica, la vera sinistra nazionale che difende i lavoratori ed è sempre in guerra contro la povertà e le ingiustizie sociali. Veniamo da lontano e andiamo lontano.
Questo è il riferimento imprescindibile di un nuovo raggruppamento politico che non sia solo opposizione sociale frammentata e dispersa in una pluralità di “sigle”, di associazioni, di partitini e quant’altro, ma abbia anche la volontà di rendersi domani anche opposizione parlamentare.
La storia la fanno in pochi. Abbiamo volontà e determinazione per fare la storia.
AUGUSTO SINAGRA