Tra farsa delle varianti Covid e immigrazione reale

Il giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra traccia un parallelismo tra l’esigenza di fermare una finta pandemia e l’impossibilità di arginare il reale dramma dell’immigrazione incontrollata.

La pandemia fa gola a molti. Troppi. Ed è logico prevedere che sia in atto un piano studiato ad arte per privare la gente del bene più prezioso: la libertà.
E mentre quel fenomeno di Massimo Galli diffonde dati prontamente spediti dalla governance del proprio ospedale, ecco che ovunque, nei talk-show della tivù asserviti al regime europeista, campeggiano in onda immagini di mappe con la presunta impennata di diffusione delle cosiddette varianti Covid-19, prima su tutte quella inglese.

Il tema è: a che cosa serve un vaccino se tanto il virus muta più velocemente del vento? Forse a modificare la struttura genetico-genomica delle persone, perché in Occidente siamo ancora in tanti, e diamo fastidio?

A diminuire programmaticamente e sistematicamente, non poi più tanto lentamente, il numero di anziani e pensionati ormai non più sostenibili da un’economia volatile svenduta agli interessi della massofinanza internazionale?

A far slittare verso Oriente le linee guida di un sistema produttivo che ha irrimediabilmente consegnato la propria sovranità alla Cina e ai Paesi dagli occhi a mandorla?

Le varianti Covid rappresentano l’ultima, folle e micidiale cazzata sovranazionale per imporre il modello globalisto-progressista del pensiero unico.

Di una sola visione possibile del mondo che passa attraverso la sostituzione della scienza con Dio, della famiglia naturale con la teoria del gender, del lavoro con il reddito, del contatto reale con la realtà virtuale.

I virus mutano da che mondo è mondo. Dalla notte dei tempi. Eppure il mondo è sempre andato avanti. Assistiamo, impotenti fino al momento in cui il buon Dio deciderà di porre la parola ‘fine’ a questo scempio, ad atteggiamenti occlusivi che confinano anima, cuore, menti e portafogli in un limbo sottile e profondo che sia chiama depressione, povertà, solitudine, assenza di prospettive, slanci e futuro.

In questo mondo tecnocratico e tecnologico, oligarchico e privo di cuore, tutto è possibile, a quanto pare, tranne due sole cose: fermare il Covid-19, ammesso e non concesso che sia poi davvero tutta questa tragedia che vogliono farci credere. E l’immigrazione clandestina, che è invece un male reale e ben peggiore. Per noi, e per i nostri figli. Per chi verrà dopo.

Maurizio Scandurra