Il prof. Alessandro Meluzzi su www.leggo.it – Qualche bicchiere di troppo con amici. Forse un gioco da tavolo dove chi perde deve bere. Federico Schiraldi, 21 anni, studente del Polimoda, è morto precipitando dal quarto piano di un edificio del centro di Firenze, in via di Porta Rossa. Tra le ipotesi più accreditate, un “gioco alcolico”.
Federico era a una festa in un appartamento con sei amici stranieri – tre che vivevano nella casa, gli altri ospiti – del suo istituto. Aveva bevuto molto ed era stato accompagnato a letto nella stanza in cui dormiva un altro ragazzo. Quando gli amici si sono accorti della sua assenza e hanno visto la finestra aperta, hanno allertato 118 e carabinieri. Il giovane potrebbe essersi sentito poco bene e aver cercato aria fresca. Il parapetto della finestra da cui è caduto, però, è molto alto. Per la Procura l’ipotesi di reato è istigazione al suicidio. L’intento di farla finita sembra escluso.
Alessandro Meluzzi, psichiatra, avverte: «Il gioco a rischio della vita in condizioni di coscienza attenuata dall’alcol, è più frequente di quanto non si creda nel mondo giovanile. C’è un aspetto antico che porta i giovani, in assenza di riti di iniziazione veri, a prove di coraggio, riti improvvisati. Oggi in più c’è la devastazione di una generazione privata di lavoro, prospettive, identità e, con la pandemia, di quel minimo di socializzazione, contatti, legami di appartenenza. Nella cultura del distanziamento, la depressione alligna: temo che questi fenomeni diventeranno sempre più diffusi».