Meluzzi: ”vaccinarsi non è un dovere sociale”

Avendo avuto una grande tradizione vaccinale, l’Italia avrebbe addirittura potuto pensare di produrre il suo vaccino o quanto meno una sua linea vaccinale. Sembra di vivere una situazione schizofrenica dove da un lato si colpevolizzano quelli che non si vaccinano e dall’altro mancano i vaccini.

C’è da dire che ci troviamo di fronte all’epidemia di un virus respiratorio. Una situazione quella verso cui stiamo andando incontro che ci porterà in realtà semplicemente a quello che si definisce equilibrio endemico, come già sta avvenendo in altri paesi dalla Svezia all’India e come sempre è avvenuto nelle grandi epidemie parainfluenzali come per spagnola, asiatica o suina.

La vaccinazione è da considerarsi in realtà un elemento che si integra in milioni di persone che, anche senza sapere di essere contagiate, già stanno sviluppando loro anticorpi immunizzandosi. Considerando inoltre che esistono le terapie per curare coloro che divengono sintomatici, il vero grande vaccino è il nostro sistema immunitario.

La questione del vaccino va ricondotta alle sue giuste dimensioni: è giusto che colui che desidera vaccinarsi venga posto nelle condizioni di poterlo fare, ma non si può pensare che sia un dovere sociale dal punto di vista del contagio degli altri.