Sarebbero i ribelli ruandesi hutu delle Forze democratiche per la liberazione del Ruanda, a quanto apprende l’Adnkronos da fonti informate, i responsabili dell’attacco nella Repubblica democratica del Congo nel quale sono stati uccisi l’ambasciatore italiano a Kinshasa, Luca Attanasio, il carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci ed il loro autista.
L’Fdlr (nata grazie al sostegno di esperti militari francesi che hanno riorganizzato quello che restava dell’esercito dell’ ex Presidente ruandese Juvenal Habyarimana, ndr)– responsabile di violenze e rapimenti a scopo di lucro – è il principale gruppo residuo di ribelli ruandesi aderenti alla dottrina dell”Hutu Power’, operante nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Formato quasi interamente da Hutu, che si oppongono ai Tutsi per il dominio sulla zona, hanno come comandante in capo Paul Rwarakabije.
Secondo quanto riferisce il sito locale ‘7sur7’, si è trattato di un tentativo di rapimento del diplomatico.
Ribelli ruandesi responsabili del genocidio dei tutsi
Le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr) sono un gruppo armato formato nella Repubblica democratica del Congo nel 2000. Difende gli interessi degli hutu ruandesi che si sono rifugiati nella Rdc ed è contrario alla presidenza di Paul Kagame. Sarebbe il successore dell’Esercito di liberazione del Ruanda e conterebbe tra le sue fila dei responsabili del genocidio dei tutsi, accusa negata dal gruppo. L’obiettivo finale della formazione è tornare in Ruanda, rovesciare il regime di Paul Kagamé e instaurare un nuovo regime politico.
Ribelli ruandesi responsabili di saccheggi, stupri, omicidi, rapimenti
Secondo Amnesty International e le reti di informazione regionali integrate, i ribelli ruandesi sarebbero responsabili di saccheggi, stupri, omicidi, rapimenti e uso di bambini soldato e sarebbero i “principali responsabili dell’insicurezza e dell’instabilità” nell’est della Repubblica democratica del Congo secondo l’Onu. L’ideologia di riferimento del gruppo, ‘Hutu power’, deriva dal movimento ideologico degli estremisti hutu fondato nel febbraio 1993, sostenitore in Ruanda del nazionalismo etnico. Il nome deriva dalla parola d’ordine usata dai suoi sostenitori per esprimere in inglese il potere esclusivo degli Hutu in un Ruanda ‘purificato’ dalla presenza dei tutsi. Ha contribuito al genocidio dei tutsi in Ruanda e al massacro degli Hutu moderati nel 1994.
“Riferirò il prima possibile in Parlamento per fare chiarezza su quanto accaduto” ha detto in un post su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando di “una giornata buia e molto triste per il nostro Paese”. “Abbiamo appreso con grande sgomento e immenso dolore della morte del nostro Ambasciatore nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, e di un militare dell’Arma dei Carabinieri, Vittorio Iacovacci – ha scritto Di Maio – Due servitori dello Stato che ci sono stati strappati con violenza nell’adempimento del loro dovere. Non sono ancora note le circostanze di questo brutale attacco e nessuno sforzo verrà risparmiato per fare luce su quanto accaduto. Oggi lo Stato piange la perdita di due suoi figli esemplari e si stringe attorno alle loro famiglie e ai loro amici e colleghi alla Farnesina e nell’Arma dei Carabinieri”. (adnkronos)
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Ribelli ruandesi – vicepresidente delle FDLR in Italia
Nel gennaio 2014 Padre Matteo Zuppi e Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, attivarono la diplomazia internazionale per assicurare la presenza del vicepresidente delle FDLR in Italia, in stretta collaborazione con il ministro francese degli Affari esteri Laurent Fabius e il responsabile della Monusco, Martin Kobler. La riunione aveva il chiaro scopo di creare un’immagine di rispettabilità politica alle FDLR, inserite nella lista delle organizzazioni terroristiche internazionali del Dipartimento di Stato americano.
L’arrivo del generale Iyamuremye in Italia è avvolto nel mistero. Il 14 giugno 2014 il generale Iyamuremye viene trasportato su un elicottero militare della Monusco da Kanyabayonga a Goma nonostante le sanzioni internazionali emesse dalle Nazioni Unite.
Il 16 giugno l’Assistente Segretario generale delle Nazioni Unite: Hervé Ladsous, di nazionalità francese, rimosse temporaneamente il divieto di volo e spostamenti internazionali che grava sul generale Iyamuremye per far in modo che esso potesse partecipare ad una “importante iniziativa di pace a Roma”. Ladsous agì senza informare il Segretario generale Ban Ki-Moon e il Consiglio di Sicurezza.
Pesanti interrogativi vengono rivolti all’opera di vigilanza e prevenzione del terrorismo di cui il governo italiano si è impegnato dinnanzi alla comunità internazionale. Com’è possibile che un terrorista internazionale ricercato dalla Corte Penale Internazionale (di cui l’Italia è Stato fondatore), possa tranquillamente soggiornare per oltre una settimana in Italia e partecipare ad eventi pubblici senza venir arrestato? »