Aperta in chiesta sui vaccini: i carabinieri del Nas hanno ricevuto dalla procura di Perugia il mandato per acquisire alcuni documenti presso la struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, e l’Aifa. La Procura vuole accertare le modalità di approvvigionamento dei vaccini, il quadro normativo contrattuale vigente a livello nazionale ed europeo, le modalità e i criteri per la distribuzione tra regioni. Il procuratore Raffaele Cantone vuole inoltre capire se risultino regioni italiane che abbiano inoltrato istanze ai fini dell’approvvigionamento diretto.
Come scrive il corrieredellumbria.corr.it, L’acquisizione è legata alla denuncia per truffa di un tizio che aveva provato a vendere dosi Astrazeneca all’Umbria prima ancora che Ema approvasse il vaccino. Una mail era stata inviata all’account della Regione Umbria con l’offerta di vendita di fiale in tempi rapidi. Ma la procedura aveva insospettito i funzionari dell’ente e i carabinieri del Nas, considerato che l’approvvigionamento dei vaccini Covid avviene a livello centrale. Dopo i primi accertamenti il mittente è risultato essere un falso intermediario. Il Nas dopo averlo scoperto ha bloccato tutto. E’ scattato anche il sequestro di un rilevante materiale probatorio ed è stata aperta l’indagine per tentata truffa all’ente pubblico. Astrazeneca, che non ne sapeva nulla, ha annunciato il ricorso alle vie legali.
I carabinieri del Nas, con la collaborazione dei colleghi di Catania e di Messina, avevano effettuato una prima perquisizione nell’abitazione di un 49enne che negli atti è definito un “sedicente intermediario di Astrazeneca internazionale” e che è indagato. L’ipotesi è quella di “tentata truffa e sostituzione di persona”. Nel report del Nas è scritto che l’uomo a supporto della sua legittimazione “affermava (sempre falsamente) l’interesse di altre regioni italiane all’acquisto” e “forniva anche credenziali e documentazione certificativa di Paesi stranieri, sui quali sono in corso indagini in relazione alla loro genuinità”. I militari avevano sequestrato documenti e materiale informatico. L’offerta era stata inviata alla Regione quando era stato annunciato il ritardo della consegna di una parte dei vaccini Pfizer.
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