Arcuri, Miozzo e Ricciardi: la ‘santa trinità’ di Mario Draghi

Arcuri Miozzo Ricciardi

Arcuri, Miozzo e Ricciardi – Il giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra si domanda per quale motivo l’ex Presidente della BCE si ostini a dare fiducia a tre figure che hanno platealmente fallito nei rispettivi compiti.

Come ha scritto in questi giorni più volte anche l’autorevole e stimato Maurizio Belpietro, punta di diamante del giornalismo italiano e Direttore degli ottimi ‘La Verità’ e ‘Panorama’, al Governo abbondano gli impresentabili. E quanti, anche! C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Gli incapaci. Gli incoerenti. Arroccati più saldamente di un granchio tenace a poltrone al posto di scogli. Pronti a resistere imperterriti alle mareggiate di una politica inquieta e inquietante insieme. Che non accennano in alcun modo a mollare la presa dagli affari e dal destino incerto degli italiani.
Mario Draghi ha fallito ancor prima di cominciare: un Governo del cambiamento non può per definizione essere tale senza una tabula rasa profonda e totale di tutto ciò che precede, specie se rotto o claudicante.

Ed ecco che ‘buona’ parte del Conte Bis prosegue imperterrita la propria infausta navigazione verso il crollo annunciato e programmato del vacillante ‘Sistema-Italia’. Per mano di navigatori avvezzi ai disastri che si chiamano Luciana Lamorgese, la più amata da coloro che vorrebbero essere italiani, alias immigrati e irregolari. Con lei Dario Franceschini, che se potesse azzererebbe anche Sanremo 2021, così come ha già ‘brillantemente’ fatto con cultura, musei e spettacolo. E, ciliegina sfatta su di una torta scaduta, l’immancabile Luigi Di Maio, Presidente Onorario dell’Associazione Bibitari Italiani. Chiude il quadrato Roberto Speranza, il cui cognome disattende invece nella realtà delle cose ogni prospettiva di sano (in tutti i sensi!) futuro.

Arcuri, Miozzo e Ricciardi – Accanto a questi, però, rifulge di una luce luciferina la ‘Santa’ Trinità che il banchiere italiano per antonomasia pare mantenere, al momento, intatta: Agostino Miozzo, Domenico Arcuri, Walter Ricciardi. Tre soggetti discussi e discutibilissimi, per i quali il vento di mutamento e novità non pare soffiare in alcun modo. E francamente non ne comprendiamo il perché.
Tutti al momento ancora inamovibili per ragioni oggettivamente incomprensibili, e altrettanto evidentemente oscure. Uomini che di certo hanno mostrato – e anche pervicacemente, nella realtà – tutta la propria inconsistenza, inettitudine e inefficacia nel mostrare e proporre al Paese strade impervie, improduttive e spesso impercorribili per un popolo che aspira a tornare giustamente libero e sovrano.

Ma che, a quanto pare, rappresentano un crocevia di difficilissima risoluzione per chiunque assurga a Palazzo Chigi. “Lockdown”, “Esercito nelle piazze”, “Chiusura Totale” il mantra-trittico che ripetono allo sfinimento come carillons incantanti. Ovunque. Loro come tutti i “professionisti della mistificazione”, per dirla con una locuzione coniata ad hoc dal tagliente Armando Manocchia, il Direttore di ImolaOggi.it.
Noncuranti del fatto che, tra Libertà e salute, la seconda è fattibile soltanto in nome della prima, e ne costituisce altresì una diretta conseguenza.
Perché la salute di una nazione fa rima anche con salvezza ed equilibrio psicologica, economica e sociale. Tutti aspetti che afferiscono alla cosiddetta dimensione olistica dell’individuo: ma che al Ministero della Salute (e anche alla nuova Presidenza del Consiglio) a quanto pare, non è affatto poi così chiara.

Maurizio Scandurra