ROMA, 16 FEB – Le donne del Pd sono risentite. “La questione dei Ministri del Pd sta prendendo una piega che non mi piace. Questa non è una guerra di maschi contro femmine e nessuno critica le persone scelte solo “in quanto uomini”. Così come il problema non si risolve mettendo nei posti di “vice” delle donne solo “in quanto donne”. Non è una questione di quote: il problema è più complesso e merita una discussione seria e ponderata all’interno del nostro partito”.
Lo scrive in una nota Giuditta Pini, Deputata del Partito Democratico. “Si tratta – prosegue Pini – di un problema di rappresentanza e di rappresentatività e di come scegliamo chi va a ricoprire incarichi di Governo. Le persone scelte sono tre uomini, etero, ultra-cinquantenni del nord. Se aggiungessi “centro-nord” avremmo l’identikit perfetto dell’establishment del Pd. Le donne, le persone non bianche, i giovani, il sud, non hanno trovato chi li rappresenti all’interno del Partito Democratico nemmeno stavolta. E non basterà spartirsi qualche incarico per placare la sacrosanta rabbia del nostro elettorato”
Donne Pd escluse dal governo Draghi – “Perché – continua la Deputata Dem – sono anni ormai che diciamo il contrario di quello che facciamo e che pensiamo di risolvere ogni cosa col manuale Cencelli delle correnti. Se non sradichiamo questo meccanismo, se non agiamo con decisione e non lo facciamo ora, saremo condannati a essere sempre più marginali, fino a scomparire. Il luogo in cui discuterne è la Direzione Nazionale. E prima di allora nessuno dovrebbe accettare incarichi di sottogoverno. Né uomo, né donna. Perché qui occorre ridiscutere tutto. Ce lo chiedono le cittadine e i cittadini, le firme di importanti giornali, l’opinione pubblica e chi vorrebbe un’alternativa alle destre e non la trova. Sono arrabbiati e delusi. E hanno ragione”, conclude Pini. (ANSA).