ArcelorMittal Italia ricorre al Consiglio di Stato dopo la sentenza del Tar di Lecce che ha respinto il ricorso dell’azienda contro l’ordinanza del sindaco di Taranto. “In relazione alla sentenza emessa dal Tar della Puglia, ArcelorMittal Italia comunica che promuoverà immediatamente appello presso il Consiglio di Stato contro la chiusura dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto”, si legge in una nota.
In particolare, la prima sezione del tribunale amministrativo regionale della Puglia, sezione di Lecce, ha respinto i ricorsi presentati da Arcelor Mittal Italia e da Ilva in amministrazione straordinaria contro l’ordinanza emessa il 27 febbraio dell’anno scorso dal sindaco di Taranto Rinaldo Melucci che dava, in sostanza, ai gestori dell’azienda, la multinazionale franco-indiana e alla stessa Ilva in As, 60 giorni per fermare, sempre garantendo la sicurezza, gli impianti inquinanti dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico: altiforni, cokeria, agglomerazione, acciaierie. Nella sentenza il Tar condanna Arcelor-Mittal Italia, Ilva in As e il Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare al rimborso delle spese e competenze relative al grado di giudizio in favore del Comune di Taranto, di Arpa Puglia e di Codacons.
Con l’ordinanza del 27 febbraio il sindaco Melucci imponeva alla società che gestisce lo stabilimento siderurgico ex Ilva, oltre che all’Ilva spa in amministrazione straordinaria, di “individuare gli impianti interessati dai fenomeni emissivi, eliminando gli eventuali elementi di criticità e le relative anomalie entro 30 giorni”. In caso di mancata ottemperanza, il provvedimento ordina, qualora siano state individuate le sezioni di impianto oggetto di anomalie, “di avviare e portare a completamento le procedure di sospensione/fermata delle attività nei tempi tecnici strettamente necessari a garantirne la sicurezza e comunque non oltre 60 giorni” a partire da oggi “degli impianti come sopra individuati”.
Il 24 aprile successivo il tribunale amministrativo regionale, aveva accolto l’istanza cautelare presentata da Arcelor Mittal e, quindi, aveva sospeso l’efficacia dell’ordinanza del sindaco. I 60 giorni per completare lo spegnimento degli impianti inquinanti dell’area a caldo decorrono da oggi, giorno delle pubblicazione della sentenza del Tar. ADNKRONOS