di Antonio Amorosi – – Siamo nel pieno di un sistema autoritario ma di nuova generazione. Le strade democratiche ordinarie sono diventate un optional.
Un’inchiesta giornalistica fa esplodere lo scandalo sugli scienziati del massimo istituto tedesco, il Robert Kock, e sui metodi da Stato autoritario del governo tedesco. Durante la pandemia l’Istituto Kock è stato un punto di riferimento per tutti gli scienziati del mondo.
I giornalisti del quotidiano Die Welt sono riusciti a ottenere, dopo una lunga battaglia dei loro avvocati, la corrispondenza avutasi durante la prima ondata pandemica, marzo 2020, tra il ministero dell’Interno tedesco e l’Istituto Robert Kock, l’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive di tutta la Germania. Dalla lunga corrispondenza via mail, più di 200 pagine, risulta che il ministero dell’Interno abbia incaricato i ricercatori dell’Istituto Robert Koch e di altre istituzioni scientifiche tedesche di creare un modello di calcolo che giustificasse le misure dure di lockdown prese poi dal governo tedesco. Nel documento, che doveva restare segreto, si parla di “misure di natura preventiva e repressiva”. A quanto pare gli scienziati hanno ottemperato alla richiesta bene e rapidamente: 4 giorni dopo e in seguito ad uno stretto coordinamento, è stata creata la base per un documento.
Era stato calcolato lo scenario peggiore secondo cui più di un milione di tedeschi sarebbero potuti morire di Coronavirus se la vita sociale fosse continuata come prima della pandemia. L’analisi è stata poi divulgata da vari media nazionali. Ma era uno scenario non un’analisi scientifica o prettamente tale. Avete capito!
Per il resto sappiamo come è andata. Gli scienziati medici coinvolti hanno in questo modo piegato la propria indipendenza di giudizio e analisi ai voleri del governo, sostenendo che la tesi richiesta dagli organismi politici, avesse delle basi scientifiche che non aveva.
L’inchiesta di Die Welt sta destando molto scalpore in Germania anche perché l’Istituto Robert Kock è uno degli enti più prestigiosi al mondo. Tra scienziati, anche in Italia, quando sollevi qualche dubbio sui modelli di intervento adottati per contrastare il virus ti zittiscono dicendo “lo ha detto l’Istituto Robert Kock”. Ma il Kock, nel caso specifico, non sembra aver fatto una piega, anteponendo l’etica e mettendosi al servizio del governo. Ha semplicemente recepito i desideri ed eseguito. Un sistema che somiglia tanto a quelli adottati dagli Stati autoritari.
“E’ sciieeenza”, direbbe il famoso Zichichi nella rappresentazione comica di Maurizio Crozza. La stessa che vediamo di frequente in tv quando ascoltiamo i nostri scienziati, o sedicenti esperti di virus, mai colti da un minimo dubbio.
“Il ministro federale dell’Interno Horst Seehofer”, ha dichiarato il vicepresidente del Bundestag Wolfgang Kubicki, uno degli esponenti più in vista del partito Liberale tedesco, “ha avuto un impatto sui ricercatori nella primavera del 2020 per giustificare le dure misure contro il Coronavirus. I mezzi che devono creare paura nella propria popolazione fanno parte della cassetta degli strumenti degli Stati autoritari. L’impressione deve essere che il governo federale considererà le strade democratiche ordinarie non più sufficienti per far valere la propria politica sul Coronavirus. E solleva anche dubbi sulla serietà degli scienziati coinvolti, tra l’altro dell’RKI (Istituto Robert Koch, ndr), che si sono prestati per questi scopi. È ora che questo governo venga sostituito”.