Per salvare il gasdotto Nord Stream 2 dal rischio d sanzioni da parte degli Stati Uniti la Germania avrebbe provato a “corrompere” Washington, offrendo un pacchetto di investimenti da un miliardo, che avrebbe avuto lo scopo di favorire le importazioni di importare gas naturale liquefatto (Gnl) statunitense.
L’opposizione Usa – Il gasdotto, che aumenterà il volume del gas russo che arriva direttamente in Germania, non è ben visto dagli Usa, che hanno minacciato di imporre sanzioni a qualsiasi azienda coinvolta nel piano, sostenendo che renderà l’Europa troppo dipendente dalla Russia per i suoi bisogni energetici. Per evitare questo scenario sarebbe arrivata l’offerta del governo di Angela Merkel. Il gruppo ambientalista Environmental Action Germany (Duh) ha pubblicato una lettera inviata da Olaf Scholz, il ministro delle finanze tedesco, a Steve Mnuchin, l’allora segretario al tesoro degli Stati Uniti, e datata agosto scorso. Dal documento trapela che Scholz ha offerto di investire un miliardo di dollari in nuove infrastrutture per importare gas naturale liquefatto (Gnl) Usa nei porti tedeschi se gli Stati Uniti avessero abbandonato le sanzioni previste. Nello specifico, come riporta agenzia Nova, il ministro delle Finanze tedesco comunicava che il governo federale era pronto a finanziare la costruzione di due terminali per l’importazione in Germania di gas naturale liquefatto (Gnl) dagli Usa. Si tratta dei siti di Brunsbuettel in Schleswig-Holstein e Stade in Bassa Sassonia. Inoltre, il governo tedesco prometteva di “aumentare in maniera massiccia il sostegno pubblico per la costruzione” dei due terminali, stanziando “fino a un miliardo di euro”. In cambio, la Germania chiedeva che gli Stati Uniti consentissero “il completamento e il funzionamento senza ostacoli del Nord Stream 2”.
La difesa del progetto – Duh ha definito la lettera uno “scandalo” e ha parlato di “affari sporchi”, accusando Scholz di incoraggiare l’importazione di Gnl ottenuto mediante fracking, una pratica ambientale molto invasiva. Scholz è stato chiamato a riferire in Parlamento e ha difeso il progetto. “Siamo tutti d’accordo, vogliamo uscire dalla produzione di energia con il carbone e vogliamo smettere di utilizzare il nucleare”, ha detto sottolineando che il gas naturale del Nord Stream 2 sarà necessario alla Germania per la transizione energetica e per rispettare gli impegni di completare la denuclearizzazione entro il 2022 e la decarbonizzazione entro il 2038. Secondo la ministra dell’Ambiente tedesca, Svenja Schulz, che ha difeso Scholz dalle accuse di “affari sporchi” mosse da Duh, questo processo “non sarà possibile in nessun altro modo”, se non attraverso il gasdotto. Il Nord Stream 2, però, non è indigesto solo all’altra sponda dell’Atlantico: molti Paesi europei vicini alla Germania si oppongono al progetto e la cancelliera Angela Merkel ha subito pressioni per annullarlo, soprattutto sulla scia dell’avvelenamento e dell’arresto di uno dei leader dell’opposizione russa Aleksej Navalnyj.
Anche l’Ucraina contraria – Anche l’Ucraina si oppone al Nord Stream 2, che consentirà alla Russia di bypassare i gasdotti esistenti che attraversano il suo territorio. La lite con l’Ucraina è esplosa quando il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha negato le accuse di aver tentato di giustificare l’oleodotto sulla base del fatto che la Germania aveva un debito di colpa verso la Russia per la Seconda guerra mondiale. “Più di 20 milioni di persone nell’ex Unione Sovietica sono state vittime della guerra. Ciò non giustifica alcun comportamento sbagliato nella politica russa oggi, ma non dobbiamo perdere di vista il quadro più ampio”, ha detto. A questo proposito, è intervenuto anche l’ambasciatore ucraino in Germania che ha accusato Steinmeier di “argomenti storici discutibili” e di aver ignorato i milioni di ucraini morti nella seconda guerra mondiale in un’intervista questa settimana.