“Germania esporta nei Paesi poveri i pesticidi vietati in Europa”

pesticidi

Pesticidi vietati in Europa perché pericolosi per la salute umana, oltre che per l’ambiente, ma venduti all’estero, spesso a quei Paesi del Sud del mondo da cui poi importiamo grano, frutta e verdura. E dove ogni anno si stima muoiano 40mila persone a causa dell’avvelenamento provocato da questi fitofarmaci dannosi. Un fenomeno non proprio in linea con l’immagine di campione internazionale dell’agricoltura sostenibile che l’Ue vorrebbe ritagliarsi. Per questo, la Francia ha già una legge, che entrerà in vigore nel 2022, che blocca questo tipo di business, vietando produzione, stoccaggio e di conseguenza vendita di pesticidi vietati dalle norme Ue. E adesso anche la Germania potrebbe seguire l’esempio transalpino.

II partito dei Verdi tedeschi e quello della sinistra Die Linke hanno infatti presentato una proposta per fermare l’export dei fitofarmaci pericolosi per la salute umana: “Ciò che è dannoso per le persone e la natura in Europa non può essere un bene per il Sud del mondo”, dice Eva-Maria Schreiber del gruppo parlamentare di Die Linke al Bundestag.

Secondo il report della ong Pesticide action network, “sebbene solo il 25% circa dell’uso globale di pesticidi avvenga nei Paesi in via di sviluppo, il 99% di tutti gli incidenti mortali di avvelenamento da pesticidi si verifica lì”. E questo dimostrerebbe che mentre nelle economie più avanzate si fa un uso più sostenibile e accurato dei fitofarmaci, nel Sud del mondo c’è invece un abuso. Alimentato dal business di chi produce queste sostanze.

Un’inchiesta giornalistica promossa e pubblicata lo scorso settembre da Greenpeace, ha rivelato come i Paesi europei siano tra i principali artefici del mercato dei pesticidi pericolosi. E tra di essi, l’Italia è il primo produttore-esportatore Ue. Le norme e gli accordi internazionali in vigore su salute e sicurezza sul lavoro nell’uso dei pesticidi non sono legalmente vincolanti per chi esporta e “riguardano solo alcuni gruppi di sostanze o prevedono solo obblighi di informazione nei confronti del Paese importatore”, spiegano Verdi e Die Linke.

La proposta dei due partiti è adesso nelle mani del Parlamento tedesco. Ma qualora il tentativo dovesse fallire, un aiuto potrebbe arrivare da Bruxelles: la Commissione europea sta attualmente valutando l’introduzione su scala Ue di un divieto di esportazione per le sostanze vietate nel mercato interno.

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