“È andato in scena un dramma interno al sistema politico che Cossiga aveva già lucidamente denunciato nel messaggio alle Camere del giugno 1991”. Lo sostiene, in un’intervista a Repubblica, Rino Formica, socialista e più volte ministro, sottolineando che, trent’anni dopo il discorso dell’ex presidente della Repubblica, “i problemi sono ancora tutti sul tappeto. Si è cercato di cambiare le leggi elettorali e di avvicendare i partiti e i leader, ma si sono ignorate le ragioni interne della crisi. Siamo eternamente nelle mani degli ascari – afferma – come ai tempi di Giolitti: almeno quelli erano più dignitosi dei responsabili che avrebbero dovuto salvare Conte”.
Quello che nascerà “sarà un Governo di tregua istituzionale”, lo definisce Formica, aggiungendo che durerà fintanto che “durerà lo stato di necessità che i partiti hanno l’obbligo di sostenere per fare fronte alla pandemia e al Recovery. Draghi ce la farà fino al 3 agosto, quando scoccherà il semestre bianco. Il Presidente della Repubblica non potrà più sciogliere le Camere e la vita di Draghi diventerà impossibile”.
Secondo l’ex ministro delle Finanze, Mattarella ha scelto Draghi perché “è il garante della nostra credibilità internazionale. La nostra crisi interna rischiava d’infettare anche gli altri Paesi. Le sorgenti del ribellismo e delle disgregazioni populiste si annidano ovunque. Draghi rassicura, e offre garanzie sull’uso dei fondi. Ha sempre maneggiato l’esplosivo che regge il mondo: la finanza e la moneta”. (adnkr)