Perché il governo Draghi abbia “successo” è necessario “il coraggio e l’impegno a lungo termine dei politici” italiani “dei diversi schieramenti. Se la nuova amministrazione fallisce nell’usare in maniera ottimale le ingenti somme dei fondi Ue, le conseguenze per l’Europa e l’Italia saranno profonde”. Lo scrive il Financial Times in un editoriale dal titolo ‘Draghi si avventura in una missione di salvataggio dell’Italia’.
La decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di affidare l’incarico a Draghi “è un atto di accusa alla classe politica italiana” che si è “rifiutata di assumere la responsabilità per il disastro che ha creato”, osserva il quotidiano londinese. “Ora che ha accettato il compito di risistemare il disordine lasciato” dai politici, Draghi avrà “alcuni fattori a suo favore”, come “la sua autorità e competenza” che “rassicureranno i mercati finanziari”, e “cercherà di ridisegnare il piano di ripresa dell’Italia per ottenere l’approvazione Ue”.
Tuttavia, scrive il Ft, “il pericolo per Draghi è che la premiership si riveli un ‘calice avvelenato'”: come “tecnico non eletto in un’epoca di populismo”, l’ex presidente della Bce potrebbe essere “vulnerabile” alle critiche secondo cui “le sue politiche non sono in linea con la volontà popolare” e, “con le elezioni all’orizzonte, rischierà di diventare ostaggio dei partiti politici prima che il suo governo abbia la possibilità di attuare le riforme economiche e amministrative di cui l’Italia ha disperatamente bisogno da decenni”. ANSA
Draghi non mi piace, e ne diffido.
Se vuole fare politica il sistema è semplice.
Si presenta alle elezioni e se viene votato si candida a primo ministro.
Poi, se il parlamento lo vota svolge la funzione di premier.
Ma così come intendono fare ora, è la solita porcata all’italiana.
Il che è chiara dimostrazione che gli italiani, genti italiane e politici italiani, non sanno cosa sia la libertà, il buon senso comune, le regole democratiche basilari.
Solo buoni ad attendere ed invocare il “salvatore della patria” , magari al costo di crescenti limitazioni delle libertà naturali e legittime.
Questa non è politica, ma delinquenza comune.
E lo dice uno che non vota da tantissimi anni.