Se Giuseppe Conte non convincesse Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica potrebbe affidare un incarico esplorativo a un rappresentante più “istituzionale”. Nel suo retroscena sul Giornale, Augusto Minzolini fa anche i nomi: l’ex presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, o il presidente della Camera Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle. Non è un dettaglio da poco, perché la scelta rischia di indirizzare notevolmente il tip di governo a cui il Colle punta per succedere al Conte Bis.
La Cartabia è candidatura che potrebbe mettere d’accordo l’attuale maggioranza ma pure Forza Italia faticherebbe a dire di no, nel nome di un governo di salvezza nazionale con un inquilino di Palazzo Chigi evidentemente super partes. Se invece gli incastri parlamentari fossero meno liquidi, Fico potrebbe tradursi in un ritorno alla maggioranza pre-crisi, magari rafforzata da qualche responsabile ma forzatamente con Italia Viva di nuovo nella squadra. Non è un caso che sia Matteo Renzi a proporre proprio il leader dei 5 Stelle Luigi Di Maio come possibile premier post-Conte. D’altronde, solo un presidente del Consiglio grillino potrebbe convincere il Movimento da un lato a riabbracciare i renziani e dall’altro a scaricare Conte.
Alla finestra, spiega Minzolini, ci sono sempre i responsabili. Su di loro Conte ha scommesso per chiedere il “Ter” al Quirinale. Si gioca tutto sui numeri e Minzolini sostiene che quelli sorprendenti e abbondanti di martedì mattina, 12-14 senatori, siano stati gonfiati ad arte da Rocco Casalino e fatti viaggiare sottoforma di velina ad agenzie di stampa e giornalisti, un po’ per alzare una cortina fumogena intorno al Colle. Secondo Renzi, però, i senatori potenziali “contiani” sarebbero solo 8, più Sandra Lonardo moglie di Clemente Mastella. Troppo pochi.
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