La crisi di governo porta con sè problemi in diversi settori, dalla sanità, all’economia e adesso ci si mette anche lo sport. Mercoledì verrà annunciata dal Cio una notizia senza precedenti. L’Italia non potrà usare il tricolore alle olimpiadi di Tokyo. Scaduto il termine per rendere operativa la riforma pro Coni, condizione indispensabile per partecipare con pieni diritti ai Giochi. Il Comitato Olimpico internazionale – si legge su Repubblica – ha pronto il documento di sospensione del Coni: un atto che impedirebbe agli atleti azzurri di gareggiare alle Olimpiadi di Tokyo al via il 23 luglio sotto la bandiera del nostro paese. Non l’unica conseguenza, certo la più umiliante, che equipara l’Italia a paesi come la Bielorussia di Lukashenko e la Russia degli scandali doping.
La sospensione del Coni, rischierebbe di avere pesanti ripercussioni anche su Milano-Cortina, i Giochi invernali che l’Italia ospiterà nel 2026. La sospensione del Coni bloccherebbe anche i finanziamenti del Cio, che ovviamente arrivano tramite i Comitati Olimpici.
La riforma dello sport – prosegue Repubblica – nata due anni e tre mesi fa sotto il governo Lega-M5s ha creato un vulnus che la contro riforma Spadafora non ha sanato. Un aspetto tutt’altro che trascurabile, per i vertici dello sport mondiale: il Coni ha perso la sua autonomia. Almeno secondo la Carta Olimpica, come ha ricordato il presidente del Cio, Thomas Bach in due lettere inviate al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e rimaste senza risposta.
L’ufficio sport sta provando a portare il decreto in approvazione in tempo. Ma basterebbe approvarlo prima dei Giochi, per permettere al Cio di ritirare la sospensione in tempo: bastano 24 ore. Certo, resterebbe la figura oscena. Nel dubbio, finora a nessuno al Coni è venuto in mente di scegliere un portabandiera. (affaritaliani.it)