“Sta succedendo quello che purtroppo noi temevamo. Pensavamo che oltre questo governo tutte le altre ipotesi fossero di molto difficile percorribilità. Purtroppo – ha proseguito Orlando – le cose ci stanno dando ragione. Noi non vogliamo mischiare i nostri voti con quelli di Salvini e Meloni, quindi un’ipotesi di unità nazionale non esiste. Mi pare che il M5S non rinunci ad avere Conte come riferimento. In politica se si escludono le vie che non sono percorribili restano quelle percorribili. Se c’è una crescita dei numeri attorno questo governo è evidente che si può andare avanti, ma non è che noi vogliamo andare avanti a dispetto dell’aritmetica”.
“Vedo le elezioni più vicine? Sì, perché è stata buttata all’aria una strada senza che ne venisse costruita un’altra – ha sottolineato Orlando – Noi avevamo già in precedenza posto la questione dell’allargamento dei numeri e avevamo chiesto i tavoli sulle riforme”.
“La crisi è stata innescata dalle dimissioni delle ministre di Italia Viva – ha continuato – Conte non è andato al Quirinale, il giorno delle dimissioni delle ministre, per fare una passeggiata. Conte ha detto ‘sono disponibile, mettiamoci al tavolo per un patto di maggioranza’. Dopo un’ora è arrivata la conferenza stampa” di Matteo Renzi, che ha annunciato le dimissioni di Teresa Bellanova e Elena Bonetti dal governo. “Tutte le cose che Renzi ha chiesto progressivamente sono state ottenute”, ha affermato.
“Io non sono un ‘bimbo di Conte’, ma è difficile spiegare perché vada bene” ad agosto 2019 ”e non vada bene dopo che ha preso 209 miliardi. Conte ha un merito: sui rapporti con l’Europa, ha tenuto il punto anche quando era nell’altro governo. Gli va dato atto”, ha sottolineato ancora escludendo “che sarà dato un Ministero ai responsabili che hanno votato la fiducia al Governo”. adnkronos