La crisi di governo è ancora in corso. Dopo la risicata fiducia ottenuta al Senato, il premier Giuseppe Conte deve accelerare per blindare la maggioranza e potersi staccare definitivamente da Renzi. Ma il tempo stringe – si legge su Repubblica – perchè il 27 gennaio è in programma il voto sulla riforma della Giustizia di Bonafede e Italia Viva ha già fatto sapere che voterà contro. Il progetto benedetto da Palazzo Chigi è quello di dar vita a un gruppo centrista prima di mercoledì, per non rompersi l’osso del collo sulla giustizia.
Al centro della trama giallorossa c’è un senatore berlusconiano, Luigi Vitali, e poi altre tre azzurre i cui nomi sono già circolati, tra le smentite: Minuto, Minardo, Tiraboschi. Chi dovesse entrare in maggioranza, costituirà con i cinque senatori del Maie – e forse con Maria Rosaria Rossi (che martedì sera, dopo il sì alla fiducia, è stata avvistata a Palazzo Chigi) – il nuovo gruppo necessario a bilanciare le commissioni parlamentari del Senato, altrimenti in mano alle opposizioni.
In queste ore – prosegue Repubblica – si tratta anche con l’Udc. Ma la fotografia rimanda a un partito spaccato, con il senatore veneto Antonio De Poli ancorato al centrodestra e marcato a vista da Nicolò Ghedini, Lorenzo Cesa corteggiato dal premier, Antonio Saccone orientato a seguire il segretario, Paola Binetti tentata dall’ingresso in maggioranza.
Parallelamente, la corrente dem di Base riformista si muove per convincere i renziani a tornare a casa. Tra loro, sono a un passo dall’addio i senatori di Iv Comincini e Grimani. In bilico anche Marino, mentre intensi sono i contatti con Sbrollini e Parente. Quanto a Riccardo Nencini, tratta con Conte reclamando un ministero. L’alternativa è garantire al suo Psi un sottosegretariato per il segretario Vincenzo Maraio. (affaritaliani.it)