“IL MORBO INFURIA IL PAN CI MANCA …
… sul ponte sventola bandiera bianca!”.
La situazione attuale di questa sventurata Nazione ricorda i tempi tristissimi della resa della grandissima Repubblica di Venezia.
Infuria il “morbo” (nell’attualità il Covid-19: quanto sia vero non si sa ma è vera la criminale strumentalizzazione) e “il pan ci manca” esattamente come ora con la preordinata distruzione del sistema economico e produttivo nazionale.
Dunque, si arrende anche la Repubblica di Italia!
L’offesa principale resa alla Repubblica italiana è la immonda sfacciataggine del discorso in Parlamento dell’inqualificabile Conte Tacchia.
Discorso che non merita commenti. Si commenta da solo. Un discorso qualificabile solamente come schifoso sul piano umano innanzi tutto e poi anche sul piano politico ma soprattutto etico.
Come schifoso è l’appoggio che questo ragazzotto di Volturara Appula, consapevole strumento dell’infame globalismo e dell’ancora più infame liberismo economico che provocherà veramente ancor di più lacrime e sangue, riceve dalle Istituzioni e da una entità estera che per obbligo internazionale ha il divieto di ingerirsi negli affari interni dello Stato. Mi riferisco, come è chiaro, al perito chimico Giorgio Mario Bergoglio.
Il vertice della provocazione e della sfrontatezza nello schifoso discorso tenuto in Parlamento dal Conte Tacchia è quando questi ha affermato che nel periodo di suo (mal) governo il Parlamento sarebbe stato coinvolto come mai nessun altro Parlamento di altri Stati.
Qui non basta il più severo e aspro commento. Qui occorrerebbe come pena “alternativa” quella che io proposi in sede di consultazioni nella elaborazione del nuovo Codice di procedura penale: due giri di corsa di Piazza Venezia a calci nel culo.
Non fui più consultato.
AUGUSTO SINAGRA