Borsellino, ‘dietro la strage possibili gruppi di potere estranei a boss’

“E’ possibile che la decisione di morte assunta dai vertici mafiosi nella corale riunione degli auguri di fine anno 1991 della Commissione provinciale e nelle precedenti riunioni della Commissione regionale, abbia intersecato convergenti interessi di altri soggetti o gruppi di potere estranei a Cosa nostra”. Ne sono convinti i giudici del processo d’appello ‘Borsellino quater’ nelle motivazioni della sentenza depositate in cancelleria.

“Le numerose dichiarazioni raccolte dai testi escussi hanno rivelato numerose contraddizioni che non è apparso possibile superare, gettando al tempo stesso l’ombra del dubbio che altri soggetti possano essere intervenuti sul luogo della strage, nell’immediatezza dell’esplosione, ‘in giacca’ nonostante la calura del mese estivo e l’ora torrida, non appartenenti alle forze dell’ordine e individuati anzi da taluni agenti intervenuti nella immediatezza come ‘appartenenti ai servizi segreti'”. Lo scrivono i giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta nelle motivazioni del processo ‘Borsellino quater’.

“E tale ultimo particolare appare ancora più inquietante se si considera che ‘di un uomo estraneo a Cosa nostra’ ha riferito anche il collaboratore Gaspare Spatuzza, indicandolo come presente nel magazzino di via Villasevaglios, il pomeriggio precedente la strage, veniva consegnata la Fiat 126 che sarebbe stata, di lì a poco, imbottita di tritolo”, aggiungono.

“Le emergenze probatorie acquisite nel procedimento costituiscono singoli pezzo di un mosaico che, nel suo complesso, continua a rimanere in ombra in alcune sue parti. Basti pensare alla ‘scomparsa misteriosa’ dell’agenda rossa del magistrato e alla ricomparsa della borsa stessa in circostanze non chiarite nell’ufficio di Arnaldo La Barbera”. Lo scrivono i giudici della Corte d’Assise d’appello di Caltanissetta, nella sentenza di secondo grado del processo ‘Borsellino quater’.

In 377 pagine i giudici ripercorrono le tappe della vicenda. E si soffermano soprattutto sulle “persistenti zone d’ombra e sulla paternità mafiosa della strage”. Tra le ombre citate dai giudici ci sono anche gli “uomini ‘sconosciuti’ sul luogo del delitto e nell’immediatezza dello stesso e i un uomo ‘estraneo a Cosa nostra’ al momento della consegna dell’autovettura Fiat 126 da parte di Gaspare Spatuzza”.  ADNKRONOS