Monti: lo Stato favorisca chiusura delle imprese che non hanno un domani

Mario Monti sul Corriere – – Diviene importante porsi con urgenza il problema di quanto abbia senso continuare a «ristorare» con debito, cioè a spese degli italiani di domani, le perdite subite a causa del lockdown, quando per molte attività sarebbe meglio che lo Stato favorisse la ristrutturazione o la chiusura, con il necessario accompagnamento sociale, per destinare le risorse ad attività che si svilupperanno, invece che a quelle che purtroppo non avranno un domani.

– Riforma fiscale, con adeguato spazio alle semplificazioni, a un fisco «friendly ma non troppo» verso i contribuenti, alla necessità di salvaguardare la competitività; ma anche, senza pregiudizi in alcuna direzione, ai temi che solo in Italia sono considerati tabù, temi che tutti i partiti, pavidi, non osano neppure pronunciare: imposta ordinaria sul patrimonio, imposta di successione, imposizione sugli immobili e aggiornamento del catasto, imposizione sul lavoro, ecc.

Il dubbio che si affaccia in Europa è se l’Italia sia in grado di stare nell’Ue come un Paese normale. Quando l’Ue, come è giusto in tempi normali, chiede a ogni Stato di contenere il disavanzo pubblico e non glielo finanzia creando moneta europea, in Italia molti strillano contro l’«austerità». Quando invece l’Ue, in tempi eccezionali di pandemia, dà enormi risorse europee agli Stati, più di tutti all’Italia, il nostro Paese sembra abbagliato da improvvisa ricchezza, si attarda in crisi politiche nelle quali l’interesse del Paese è al massimo una foglia di fico.

https://www.corriere.it/editoriali/21_gennaio_16/condizioni-la-fiducia-6c77e5a2-583f-11eb-ae23-b4c117d7c032.shtml