Torna la psichiatria usata a fini politici come in Urss?

di Gianni Toffali – Nei giorni scorsi, su un quotidiano veronese, il prof Marco Colafelice, ha deliziato i lettori con una “perizia psichiatrica” come si suol dire, non autorizzata, sulla persona dell’ex presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Lo “strizzacervelli” scaligero ha sentenziato che “Ciò che ho notato sono i tratti di una persona affetta da disturbo paranoico, con incontrollate idee megalomaniache e con una scarsa capacità di prendere in esame la realtà. Trump è sicuramente una persona intelligente, e ciò lo rende ancor più pericoloso: deve essere trattato psichiatricamente subito“.

A parte la sorpresa di scoprire che l’illustre Primario è stato l’unico al mondo a diagnosticare una patologia grave che nè i 75 milioni di elettori anticomunisti ed antiglobalisti che hanno votato Trump, nè i presunti 80 milioni di compagni democratici che hanno votato l’avversario avevano colto, resta il dubbio che la diagnosi e soprattutto la prognosi (trattamento psichiatrico subito, vale a dire un drastico TSO) nutrano una certa nostalgia dell’utilizzo della psichiatria a fini politici come nell’Unione Sovietica.

Nikita Krushev, parlando degli oppositori del comunismo, asseriva che “Possono esserci delle malattie, dei disturbi mentali in una società comunista, tra persone isolate? Chiaramente sì. Se così è, allora ci possono essere dei difetti che sono caratteristici delle persone con una psiche anormale. A loro, che su simili basi potrebbero incominciare a esortare alla lotta contro il comunismo, si può dire che ci sono anche adesso persone che lottano contro il comunismo, ma queste persone, a quanto pare, chiaramente non si trovano in uno stato mentale normale”.

Nel film “Il nostro Nikita Sergheevic” si sente l’opinione di Krushev «Contro il comunismo non può agire che un pazzo». Il film uscì nelle sale all’inizio degli anni Sessanta e fece conoscere al grande pubblico il deliberato concetto di nuova psichiatria di Krushev. Psichiatria che, a quanto pare, nonostante il crollo del muro è ancora viva e vegeta.
Gianni Toffali