Tangenti, indagati a Milano 10 manager Leonardo e due società Google

I militari della guardia di finanza di Milano hanno acquisito, nelle sedi della Leonardo di Roma e Pomigliano d’Arco (Napoli), documenti nell’ambito di un’indagine del pm Gaetano Ruta per riciclaggio, reati fiscali e corruzione tra privati. Reato, quest’ultimo, di cui rispondono 10 manager del gruppo, che risulta parte lesa. Indagate anche Google Ireland e Google Payments: avrebbero consentito “il trasferimento di somme di denaro provento di frode fiscale”.

I pagamenti delle presunte tangenti venivano effettuati grazie al servizio Google Payments, che consentiva di nascondere l’identità delle persone coinvolte. E’ questo lo stratagemma che veniva usato per pagare tangenti, individuato dal pm milanese Gaetano Ruta, titolare di un’inchiesta per riciclaggio, reati fiscali e corruzione tra privati che ha lambito anche Leonardo, ritenuta dalla procura parte offesa.

Risultano indagati, a vario titolo, 10 manager del gruppo. Oltre a loro, sono indagate altre 4 persone e 3 società, tra cui Google Ireland e Google Payments, piattaforma che sarebbe stata utilizzata per eseguire le transazioni frutto della corruzione, impedendo l’identificazione di coloro che effettuavano i bonifici. Proprio per questo, i militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, si sono recati nelle sedi di Roma e Pomigliano d’Arco (Napoli) e hanno acquisito documenti utili alle indagini.

Alcuni dirigenti della società fornitrice Trans-Part srl, con sede a Milano e che risulta indagata, avrebbero corrisposto ai manager del gruppo ex Finmeccanica regalie e compensi per ottenere delle commesse, anche a fronte di contratti fittizi. Un giro di mazzette sotto forma di compensi extra o mensili o annuali, provvigioni “fuori sacco” sui contratti aggiudicati e regalie come buoni carburante o da spendere in negozi di computer, telefonia, tv e elettrodomestici, e poi oggetti di valore apprezzabile come penne di marca.

In base alla ricostruzione delle Fiamme gialle, infatti, i fondi neri venivano distratti da commesse pagate da Leonardo e trasferiti con questo stratagemma in paradisi fiscali per poi farli sparire. Ammonterebbero almeno a 6 milioni di euro i fondi usciti in questo modo dall’Italia verso l’estero dal 2012 al 2018. Un mare di denaro finito, tramite una azienda con sede negli Usa del gruppo Transpart, in società offshore con sede a Panama, Gran Bretagna e Irlanda. I bonifici rientrati in Italia, invece, ammonterebbero a 400mila euro, ma sono cifre destinate probabilmente ad aumentare visto che e’ ancora da stabilire il valore complessivo del sistema corruttivo.

Un sistema ingegnoso che non sarebbe stato possibile senza la tecnologia offerta dal colosso di Tech Mountain View che “consentiva il trasferimento di somme di denaro provento di frode fiscale, ostacolando l’identificazione della provenienza delittuosa”, scrive il pm Ruta nell’ordine di esibizione di atti e documenti recapitato a Leonardo. “In particolare – si legge ancora nel documento – le rimesse avvenivano attraverso la interposizione della società Google Pay Limited Ltd, senza che fosse possibile risalire alla identificazione” di chi faceva i bonifici.

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