La salvezza viene dall’Europa? Giuseppe Liturri, Fabio Dragoni e Musso. Arriva un messaggio forte e chiaro dalla capo economista dell’Ocse: la crisi da Covid va combattuta con più spesa pubblica e meno tasse. Il debito pubblico risultante è destinato a trovare buona accoglienza nei portafogli degli investitori privati e negli acquisti delle Banche Centrali.
Ironia della sorte, nello stesso giorno, sul Corriere della Sera, si aggirava, vigile e combattivo, Federico Fubini con il suo ”Nostalgie pubbliche”, come un giapponese sperduto nella giungla dopo la seconda guerra mondiale che crede ancora di sconfiggere gli americani.
Il Nostro appare preoccupato degli appetiti della politica che già nei mesi scorsi ha attuato rilevanti interventi pubblici nell’economia e, soprattutto, promette di farne molti di più nei prossimi mesi col Recovery Fund.
Fubini si chiede: “Ha senso? Lasciamo da parte le dispute dottrinarie fra liberisti e statalisti. Forse la verifica di governo potrebbe dedicare un quarto d’ora a guardare la storia dei nostri nonni e genitori. A prima vista una forte dose di intervento pubblico potrebbe avere una sua logica”.
E qui parte un excursus storico da lasciare allibiti e che trova pochi riscontri nella vera storia economica del nostro Paese. Sorvolando sul paragone improponibile tra Piano Marshall e Recovery Fund (il primo forniva sussidi da non restituire, il secondo ci vedrà contribuire copiosamente al loro rimborso), la sintesi è che eravamo un Paese di bifolchi e morti di fame e la mano pubblica ebbe un ruolo decisivo nello sviluppo dell’Italia. Allora si poteva, oggi non può funzionare. Ma cerchiamo di capire meglio.
DA “HOUSTON ABBIAMO UN PROBLEMA” A “WASHINGTON AVETE UN PROBLEMA”
Se un cittadino su due ritiene che le elezioni siano state truccate, come fa ad accettare la prospettiva “abbiamo perso ci rifaremo la prossima volta?”. Pensateci. È evidente che minare alla fondamenta la credibilità del processo elettorale cambia le regole del gioco da li in poi.
Calando il ragionamento in USA che succede? Io vedo due conseguenze. La prima è il collasso del partito repubblicano. Infatti se l’organizzazione che metà degli americani ritengono essere defraudata non reagisce al “percepito sopruso” sarà chiaramente cancellata dai suoi elettori.
Ora in USA i partiti sono due. Ed hanno tradizioni secolari. Non stiamo parlando del PDUP, di Alleanza Democratica, della lista Dini, di Scelta Civica di Monti o di Energie per l’Italia di Parisi. Stiamo parlando di istituzioni pluricentenarie non di Azione di Calenda.
Quindi che succede? Rimane un partito solo? Ovvio che no. Ma la democrazia USA diventa altro. Cosa non lo so. Ma diventa altro. Una seconda conseguenza che vedo è il crollo degli ascolti dei network televisivi tradizionali mainstream.
Perché il cittadino che percepisce la frode e non la vede raccontata perde fiducia nel media che non racconta la cosa e pensa… “Se questo network non mi racconta ciò che vedo allora mente. E ciò che di altro mi racconta invece non esiste”. Pensateci bene. È elementare.