“Costretto a vivere in un camper”, racconta la sua storia e Amazon lo licenzia

di Marco Rizzo (partito comunista italiano) – Massimo Straccini, 58 anni, di Ferrara, magazziniere di Amazon costretto a vivere nel parcheggio dello stabilimento di Rovigo perché senza le garanzie necessarie per ottenere un alloggio in affitto, è di nuovo disoccupato. Il contratto di tre mesi con il gigante dell’e-commerce è scaduto e non gliel’hanno rinnovato.

“Nella mia squadra sono l’unico a cui non l’hanno rinnovato. Temo di essere stato penalizzato perché ho raccontato la mia storia”, dice rassegnato.

Dove sono i sindacati? Dove è la CGIL? Quella che -una volta- difendeva e rappresentava davvero i lavoratori . Serve ricostruire un sindacato conflittuale e di classe che, invece di andare ai tavoli della concertazione per avere qualche privilegio per i sindacalisti, voglia davvero svolgere la propria funzione sociale contro questi mostri della concentrazione globalizzata.

One thought on ““Costretto a vivere in un camper”, racconta la sua storia e Amazon lo licenzia

  1. Amazon è l’unica società al mondo che per trovare dei dipendenti disposti a farsi schiavizzare, è costretta a pagare dei (falsissimi & mielosi) spazi pubblicitari… ma non solo per trovare dei dipendenti, ma anche per darsi un’immagine “socialmente buona”… tempo fa ero al “caffè” dove sentii degli stereotipati borghesucci degni di un film comico anni ’70 che commentavano tra loro questa strana “pubblicità”, concludevano con:”…il lavoro c’è ma non lo vogliono fare…” dovetti intervenire:”…ma chi dice che nessuno si fa più ingannare dalla pubblicità”.

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