Covid, la paura annebbia il cervello: siamo diventati tutti pecore e piccioni

di Aldo Grandi

Prima di redigere un altro Cecco a cena, visto lo stato d’animo da cui siamo pervasi e la pioggia di querele ed esposti disciplinari che ci vengono mossi contro soltanto perché abbiamo il coraggio di dire ciò che pensiamo, ma, soprattutto, di scriverlo, ci siamo presi una pausa. Nella speranza che la realtà, sia pure spaventosamente ridicola e allucinante, ci tendesse una mano dimostrandoci che la follia non ha ancora preso per mano la normalità. Invece… Invece eccoci qua a commentare quello che è accaduto ieri sera a Porta dei Borghi con decine di giovani scesi in strada per bere qualcosa, ascoltare musica e ballare. Il peggio e il massimo lo abbiamo letto in un comunicato con cui un’associazione ha annunciato, addirittura, un esposto alla procura della Repubblica per epidemia colposa e per verificare se le forze dell’ordine hanno compiuto il loro dovere o se, al contrario, erano intente in chissà quali altre faccende affaccendati. Ma sì, arrestiamoli pure questi ragazzi, anzi, già che ci siamo chiudiamoli in carcere e gettiamo via la chiave. Non ci meraviglieremmo, adesso, se i soloni della Costituzione a un tanto al chilo, se ne uscissero fuori come i dolori argomentando che si tratta di fascisti, sovranisti, manifestanti pro-Trump, razzisti, negazionisti e via di questo passo.

Oggi chiunque va controcorrente indossa, per il mainstream e il Pensiero Unico Dominante, una camicia nera. Ma non è tanto questo il punto o, almeno, non è solamente questo.

Ci tocca persino leggere interventi dell’opposizione lucchese in consiglio comunale, il cosiddetto centrodestra – ma dov’è?, esiste ancora? – con cui si accusa l’amministrazione comunale di chissà quali responsabilità e poi dicono che non vogliono strumentalizzare ogni cosa. Nonostante noi non si vada d’accordo con questa giunta che da cinque anni si rifiuta – e noi certamente non ne sentiamo la mancanza – di avere rapporti con l’unico giornale o mezzo di informazione che va orgoglioso di essere orfano del potere; nonostante il sindaco Alessandro Tambellini abbia redatto, in questa occasione, un post che non condividiamo così come non ne condividiamo, spesso, le esternazioni, possediamo il dono di una intelligenza sufficiente a comprendere che con i cosiddetti assembramenti – questa parola ci ricorda tanto il Ventennio e le sue nefaste conseguenze anche in termini di deportazione – di Porta dei Borghi il primo cittadino e i suoi pretoriani c’entrano come il cavolo a merenda ossia niente. Ma, si sa, la politica è fatta anche di polemiche strumentali e i politici, a volte, venderebbero anche l’anima pur di poter riscuotere consenso.

Un video amatoriale girato stanotte mostra come uno dei promotori o animatori della ‘sagra del ballo’ di ieri sera se la sia presa, anche, con un portone in via Roma, prendendolo a calci e dimostrando un quoziente di maturità più adatto ad un invertebrato che a un essere umano. Ma tant’è, di imbecilli è pieno il mondo così come il cielo di questo disgraziato paese, se gli imbecilli volassero, sarebbe pieno di uccelli.

Cercheremo, quindi, di far prevalere la ragione sull’emotività e, soprattutto, sull’omogenizzazione dominante a tutti i livelli. E non in senso positivo purtroppo.

Prendiamo la categoria dei ristoratori, probabilmente la più sfigata, massacrata, sbeffeggiata, bandita e umiliata da questa presunta pandemia a mezzo servizio oltreché da dpcm il cui buonsenso è direttamente proporzionale a quello dei loro firmatari. Dopo essere stati costretti a spendere decine di migliaia di euro per adeguare i locali, dopo avere dovuto ridimensionare la capienza, acquistare a migliaia dosi di igienizzante e di mascherine per i più sbadati, dopo che gli è stato imposto di non licenziare, di stare aperti a singhiozzo, presi, letteralmente in giro con misure la cui comprensione sarebbe azzardata e difficile anche per un premio Nobel della fisica, ecco, dopo tutto questo e molto altro dopo, in particolare, essere stati costretti privarsi dell’unica libertà che non tanto la Costituzione garantisce, ma l’essenza stessa della vita umana, quella di lavorare, supponiamo che si ribellino, scendano in mezzo alla strada a migliaia, occupino piazze e strade, contestino e dessero origine a un mega-assembramento che più mega non si può.

Bene, secondo voi, bestie che non siete altro, pecore e piccioni e nemmeno capre per dirla con Sgarbi il quale, probabilmente, non sa che le capre sono un animale molto, ma molto capace e che non è solito viaggiare in gregge o volare in gruppo, la colpa di questi presunti untori sarebbe di chi li ha costretti a ribellarsi o di loro stessi che non ce la fanno più a sopravvivere?

Possiamo paragonare i giovani ai ristoratori o ai titolari di bar o ai proprietari delle agenzie di viaggio, delle palestre, delle piscine, degli impianti e delle società sportivi?

Secondo noi assolutamente sì. Prendete i giovani. Sono, esattamente, come i ‘vecchi’ dell’attuale emergenza sanitaria. E sapete perché? Perché fanno notizia soltanto a corrente alternata. Degli anziani, fino a qualche mese fa, fregava niente a nessuno nel senso che, al massimo, se ne parlava quando emergeva qualche violenza all’interno di un ricovero o Rsa come si definisce nel politicamente corretto. Essi morivano ugualmente e, sovente, nella più totale apatia, dimenticati, talvolta, anche da chi, i familiari, avrebbe dovuto prendersene cura in maniera diversa. Ora, improvvisamente, ci si accorge che muoiono più degli altri a causa del Coronavirus anzi, prendiamo atto, almeno, per chi ha gli occhi per vedere e il cervello per capire, che sono, principalmente se non esclusivamente loro le vittime di questo virus importato dalla Cina a costo zero.

Dei giovani, ai quali i giornalisti del Nuovo Corso dedicano, da sempre, servizi di qualche secondo per far vedere che anche loro esistono, nessuno parlerebbe se non quando, di questi tempi, fanno i cosiddetti assembramenti, ossia socializzano che, per i Potenti al Potere è la medesima cosa. Vietato socializzare direbbe qualcuno sostituendolo al vietato vietare di sessantottina memoria. Ma, si sa, i giovani non sono come gli anziani e a chiudersi o a chiuderli nelle Rsa sarebbe un po’ difficile.

Eppure, guardate cosa sono stati capaci di far loro per evitare che, brutti, sporchi e cattivi, finiscano per contagiare il resto del mondo: niente scuola, niente sport, niente feste, niente incontri, niente effusioni e nemmeno strette di mano, mascherine h24 o giù di lì, niente speranza, niente fiducia, niente di niente, ma, soltanto, la Dad, per chi studia o la dolce Euchessina per tutti gli altri cosicché anche coloro che lavorano e guadagnano, non possono spendersi nulla.

Dicono che anche durante la guerra era così, una vita fatta di privazioni. Vero, ma a parte il fatto che paragonare la guerra a questo virus ci sembra una bestemmia poiché durante il conflitto potevano morire tutti senza distinzione a pari possibilità mentre oggi, perdonateci l’osare, ma muoiono soltanto alcuni mentre per la stragrande maggioranza degli esseri umani il Coronavirus provoca i medesimi sintomi dell’influenza o qualcosa appena di peggio.

Inoltre, basta con questa opposizione falsa e ipocrita che mette i vecchi di fronte ai giovani incolpando questi ultimi di essere egoisti. E’ una vergogna. I giovani fanno i giovani e sono perfettamente consapevoli di non essere la causa né l’origine di questo male. Perché, allora, dovrebbero rinunciare a vivere? Solo perché i virologi, i nuovi profeti del gol, annunciano sventure e proclamano la fine del mondo se non obbediranno, ossequiosi, ai loro diktat? Quanto tempo è che andiamo avanti tornando indietro? Quanti mesi sono che dovremmo aver debellato un male che, al contrario, è sempre in agguato? Dovevano salvarci il distanziamento sociale, le mascherine, l’igienizzazione forzata, la clausura tra quattro mura, il lockdown generalizzato. Invece siamo allo stesso punto di sempre? Non sorge anche a voi qualche dubbio?

Attenzione. Il De Luca campano ha annunciato il patentino per i vaccinati cosicché potranno fare una vita normale e tutto quello che gli altri, i cattivi, gli untori, i fascisti e razzisti e negazionisti che rifiuteranno di vaccinarsi, non possono né potranno svolgere. Il vaccino, come l’app Immuni, è destinato al fallimento in un Paese, fortunatamente, come il nostro. Troveranno, quindi, il modo per ricattarci: o il vaccino o perirete.

Ma chi ci dice che il nostro vaccino andrà bene ovunque al mondo se si pensa che, ad esempio, altri Paesi hanno già stretto rapporti con la Cina per un vaccino che non ha niente a che vedere con quelli che usiamo in Occidente? E chi ci garantisce che l’uno valga più o meglio dell’altro?, soprattutto, che valga effettivamente? E cosa accadrà visto che ogni vaccino dovrebbe avere una efficacia per massimo alcuni mesi? Andremo avanti tutta la vita a vaccinarci? E il patentino non sarà l’ennesima forma di violazione della nostra esistenza?

Ma fermiamoci e non facciamo i complottisti. Tuttavia e tornando ai giovani, crediamo che sia il momento di decidere se vogliamo aprire gli occhi e affrontare il lupo che sembra attenderci al varco o se, al contrario, preferiamo rimanere comodi comodi, si fa per dire, nella nostra poltroncina in attesa che sian o gli altri, i nostri governanti, a decidere che cosa sia giusto o non giusto fare per noi. Mai avremmo immaginato di apprendere personalmente di come gli uomini – e le donne – altrimenti dicono poi che siamo maschilisti e sessisti, rinuncino volentieri alla propria libertà in cambio di una presunta patente di invulnerabilità.

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