di Francesco Storace – No, non si può leggere Nicola Zingaretti quando prende il computer e si mette a filosofeggiare sui social. Perché è davvero grave quello che afferma. Prende in giro gli italiani senza il minimo senso della vergogna.
“La crisi in un momento di emergenza verrebbe vissuta come un gioco di potere, lontano dagli interessi dell’Italia. Il Pd vuole superare le conflittualità all’interno della maggioranza. Abbiamo molte cose da fare per gli italiani. Bisogna fare presto”. Lo ha scritto proprio il segretario del Pd.
Zingaretti non sa che fare e gli riesce anche bene. Ma quando decide di “scendere in campo” fa esattamente l’opposto.
Gioco di potere la crisi? Perché, il Conte 2 che cosa è stato se non un intreccio dei peggiori e minoritari interessi in campo nel Paese? Zingaretti e compagnia hanno messo assieme una combriccola unita solo dall’avversione a Matteo Salvini e al centrodestra. Lo hanno rivendicato a più riprese e adesso si permettono il lusso di fare prediche sui “giochi di potere” solo perché uno dei compari – Matteo Renzi – alza la posta al tavolo da poker.
Nel suo vocabolario Zingaretti riponga l’espressione gioco di potere: proprio perché lui e Conte sono i meno adatti a pronunciarla. Il primo, per aver fatto il premier di due maggioranza opposte candidandosi adesso ad un ulteriore pateracchio; il secondo, per aver assecondato Matteo Renzi proprio nella nascita dell’attuale esecutivo solo per paura di andare al voto. E adesso minaccia le urne, Zingaretti, per impaurire alleati e avversari. Pistola a salve e parole a vuoto in una tristissima esternazione adatta solo a dare prova dell’esistenza in vita del Pd. Le elezioni non le vuole lui. Ma se le meriterebbe per praticare quell’opposizione che gli farebbe molto bene.
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