Un “passaporto sanitario” per chi ha ricevuto il vaccino? Nel futuro è una ipotesi da non escludere secondo il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. “È molto probabile – dice Sileri all’Adnkronos – che nel prossimo futuro per svolgere diversi tipi di attività sarà richiesto” in qualche occasione “di comprovare l’avvenuta somministrazione del vaccino. Non è però un tema di competenza esclusivamente interna: istituzioni internazionali quali la Commissione Europea e l’Oms stanno valutando una proposta di certificato internazionale digitale. Già ora, una volta effettuata, viene rilasciata una normale certificazione di avvenuta vaccinazione”. “Da questo documento al ‘passaporto sanitario’ c’è ancora molta strada da fare, ma è senz’altro uno sviluppo possibile”, osserva l’esponente del M5S.
Sul caso dei medici che rifiutano di sottoporsi al vaccino Sileri afferma: “Rimango perplesso quando sento di colleghi medici o infermieri restii a farsi il vaccino. Posso arrivare a capire le perplessità o anche la riluttanza di un normale cittadino che non ha studiato medicina e che non si fida ancora del tutto, ma penso francamente che chi, dopo anni di studio e di specializzazione in medicina e chirurgia e dopo aver visto tutto ciò che è accaduto in questi mesi, abbia ancora dei dubbi è meglio che cambi mestiere. Ma sono certo che si tratta di un numero ridottissimo di casi”.
A chi parla di “spettacolarizzazione” in merito all’avvio della campagna di vaccinazione, il viceministro replica: “Il 27 dicembre 2020 è stato un giorno cruciale per tutta l’Europa, con una forte importanza simbolica perché segna l’inizio di un nuovo capitolo di questa vicenda, fino a oggi così dolorosa: finalmente esiste un’arma efficace per contrastare il virus. La campagna ha uno scopo chiaro: ottenere un’altissima adesione alla vaccinazione. Io sono molto fiducioso che questo possa avvenire”. (adnkronos)