Imola – Un allarme lanciato più di due settimane fa. Ma a quelle mail, mandate da due dei tre medici che si occupavano degli anziani di una struttura per anziani di Imola, l’Ausl non ha mai risposto. E ora proprio quei medici sono stati “sollevati dall’incarico”. Sì, perché nella ’Cra’ Venturini si è scatenato un focolaio di Covid violentissimo, con 65 ospiti e 18 operatori positivi e sei vittime. Una situazione tanto critica da far nascere un’Unità di crisi che ha deciso di estromettere i professionisti convenzionati con la struttura che avevano assistito gli ospiti negli ultimi due anni.
Ora però spuntano due mail, mandate il 10 e 13 dicembre dai medici Irene Di Lella e Anna Maria Iannone, in cui si evidenziano, fra gli altri, due problemi principali. Il primo: il trasferimento nella struttura di 4 pazienti dall’ospedale di Imola, tre dei quali sono poi risultati positivi. Il secondo: l’estrema carenza di risorse, personale e dispositivi di protezione e la “promiscuità” di infermieri e operatori socio sanitari fra i reparti.
Come scrive www.ilrestodelcarlino.it, il direttore della Ausl, Minardi, ricostruisce la scansione temporale: “Tre anziani sono stati trasferiti il 24 novembre, una il 26 novembre. Erano tutti Covid free, non avevano sintomi e i loro tamponi erano negativi. Per precauzione, sono stati messi in isolamento. Il 3 dicembre l’ospite trasferita il 26 ha accusato i primi sintomi, il tampone ha poi dato esito positivo. Questo ci fa credere che sia stato un operatore a contagiarla. I contagi infatti sono stati in vari reparti”. La decisione di “sollevare” i medici convenzionati, chiude Minardi, è stata presa per garantire “un’assistenza continua agli ospiti da parte di geriatri, impossibile con la gestione precedente”. Il caso, su cui già le opposizioni hanno sollevato dubbi e domande, non è affatto chiuso.