Il rischio Covid nei Paesi d’origine può essere motivo e concausa per concedere in Italia la «protezione umanitaria» a migranti che non abbiano diritto all’asilo politico o alla protezione sussidiaria da guerre o torture: con valutazioni d’ufficio, cioé persino senza istanza delle parti, è questa l’innovativa opzione adottata dal Tribunale civile di Milano in una serie di ordinanze depositate appena prima di Natale. Lo scrive il Corriere della Sera.
Nei ricorsi alla sezione del presidente Pietro Caccialanza, tutti presentati prima del decreto Salvini del 2018 ora modificato, c’é l’analfabeta che racconta di non poter tornare nel suo villaggio in Bangladesh perché, mentre lavorando dall’Italia può mandare 50 euro al mese a moglie e figli senza più casa spazzata via da un’alluvione, là verrebbe inseguito dai creditori. C’è il giovane mandingo, orfano di padre e di madre in Gambia, terrorizzato dal tornare in patria per timore dei malefici poteri dello zio «stregone». C’è il 54enne pachistano cieco, scappato dal Punjab dopo una mortale lite sulla reale capacità di latte di una bufala comprata a caro prezzo.
A tutti il Tribunale spiega che questi vissuti non danno loro diritto all’asilo. Ma in via autonoma (sulla scia di sentenze di Corte Ue e Cassazione sul «fatto nuovo») il Tribunale si sente di dover valutare la pandemia. Non alla buona, ma sulla scorta dell’«Inform Epidemic Global Risk Index» con cui il Joint Research Centre della Commissione Europea sintetizza 100 indicatori di rischio su tre fasce: pericolo di esposizione (dalla densità demografica all’accesso all’acqua corrente), criticità intrinseche (dall’insicurezza alimentare alla variazione dei prezzi), capacità del sistema (a cominciare dalla sanità).
aahahahahahahahahah per fortuna che questo paese di idioti creduloni stà per essere affondato in tutti i fronti