Covid, dr. Amici: “vaccinazione di massa non necessaria, da medico ho paura”

Mariano Amici, il medico di base dell’Asl RM6 balzato agli onori delle cronache nazionali per le iniziative con cui da mesi contesta le misure varate dal Governo per arginare la diffusione del virus, ribadisce le sue perplessità davanti ad una indiscriminata vaccinazione di massa che definisce “non necessaria”, dai benefici ancora tutti da verificare ma soprattutto con forti dubbi sulla innocuità, e respinge l’accusa di essere “no-vax” e negazionista.

Continua Amici: “Lo dico da medico in prima linea: credo da sempre nel valore della vaccinazione ma oggi sono sempre più sconcertato davanti alle modalità con cui viene gestita questa epidemia. La mia condotta è testimoniata da decenni di attività, sia nell’esercito sia nell’ambito universitario e ospedaliero e infine come medico di base al servizio dei miei pazienti – spiega Mariano Amici -: il valore della vaccinazione è innegabile e personalmente l’ho consigliata e praticata a decine di migliaia di pazienti ma rivendico, da medico, anche il diritto di invitare alla cautela perché non tutti i vaccini sono uguali e non tutti i pazienti possono reagire allo stesso modo. Questo non significa essere “no-vax” ma esercitare la professione in modo critico e coerente con i principi del giuramento di Ippocrate e nell’interesse esclusivo dei cittadini”.

Sui nuovi vaccini contro il Covid il dottor Amici ribadisce le sue perplessità: “I primi vaccini che ci offrono sono prodotti di terapia genica – spiega -: inietteremo acidi nucleici che causeranno la produzione di parti del virus da parte delle nostre stesse cellule ma, poiché è la prima volta che si effettua sull’uomo, non conosciamo le conseguenze di questa iniezione. E se le cellule di alcuni “vaccinati” producessero troppi elementi virali, provocando reazioni incontrollabili nel nostro corpo? I rischi della vaccinazione possono essere maggiori dei benefici – continua Mariano Amici – specie nel caso di un vaccino non sufficientemente testato circa l’efficacia e l’innocuità e da praticare in maniera indiscriminata, per una malattia la cui mortalità è prossima allo 0,05%.

Gli effetti collaterali dell’inoculazione potrebbero derivare proprio dalle modalità di funzionamento del vaccino: “Le prime terapie geniche saranno con l’RNA, ma ci sono progetti con il DNA – continua Mariano Amici -. Normalmente, nelle nostre cellule, il messaggio viene inviato dal DNA all’RNA, ma in determinate circostanze è possibile il contrario, soprattutto perché le nostre cellule umane contengono i cosiddetti retrovirus “endogeni” integrati nel DNA dei nostri cromosomi. Questi retrovirus “addomesticati” che ci abitano sono generalmente innocui ma possono produrre un enzima, la trascrittasi inversa, in grado di trascrivere all’indietro, dall’RNA al DNA: quindi un RNA estraneo al nostro corpo e somministrato per iniezione potrebbe codificare DNA, altrettanto estraneo, che può quindi integrarsi nei nostri cromosomi”.

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