Il giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra rileva l’inspiegabile silenzio di Bergoglio & Co. sul tema del Maligno, da tempo taciuto dalla Chiesa. Mentre si tollerano vaccini con cellule di feti abortiti.
Sdoganato il sacrilegio, già sottolineato dal Prof. Meluzzi e da Mons. Viganò, di vaccini con cellule da feti abortiti, non sento mai quel lazzarone di Bergoglio e la vigliacca combriccola della Chiesa di Roma parlare del demonio. Mai una riflessione, una parola, un monito, un pensiero. Mai, davvero. Sono lontani i tempi di Padre Gabriele Amorth, decano dei moderni esorcisti, che nella lotta contro il Maligno sublimò il valore di un’intera esistenza senza trovare oggi un degno erede che proseguisse quell’impagabile cammino.
Oggi parlare di Satana, per il clero vaticano, non va più di moda. E’ un qualche cosa di superfluo. Di inutile. A loro va bene così, è evidente. Fa comodo, visti gli orrori degli scandali finanziari, di pedofilia, di braccia aperte a una sostituzione etnica volgarmente mascherata da accoglienza, al silenzio contro l’abominio di uno Stato che vuole mettere forzatamente il bavaglio a fede, devozione e celebrazioni eucaristiche con la scusa di una pandemia inesistente, almeno così come intendono farcela bere, cui la Chiesa ci ha abituati.
Ed ecco che il Demonio, il cui fine strategico è quello di evitare di far parlare di sé, di richiamare l’attenzione per poter così meglio agire indisturbato e sottotraccia, è riuscito a mettere le proprie sporche, ignobili zampacce ove mai prima d’ora avrebbe pensato di arrivare: sull’altare. Sulla sacra superficie che rievoca l’immensa tragedia d’amore dell’Ultima Cena che si fa Sacrificio di Salvezza per l’umanità.
Eccolo lì, in formato gel disinfettante, accanto a pane e vino, ampolle, corporale, calici e pisside. Con il sacerdote costretto a igienizzarsi le mani per distribuire il Corpo di Cristo ai fedeli in fila: che, anziché prenderlo per bocca, ora sono costretti in maniera inopportuna e quasi sacrilega a farlo con le mani: che, a differenza di quelle del sacerdote, non sono consacrate. Quell’ignobile spirito anticristico che impedisce da quasi un anno lo scambio della pace, negazione per antonomasia del contatto umano che inneggia a reciproca fratellanza.
A ciò si aggiunga anche l’abominio di chiese in cui sull’altare fa ‘bella’ mostra di sé anche l’albero di Natale, emblema che più pagano non si può.
I Cristiani devono svegliarsi. E’ ora di difendere la fede, di scrollarsi di dosso quest’apatia inaccettabile che ci rende schiavi di qualsivoglia cambiamento. Non è bigottismo rispettare le tradizioni, semmai esegesi. Non è conservatorismo rimarcare la sacralità di certi riti, si chiama rispetto.
E se non vogliamo che il finto virus contagi anche il cuore, oltre che i cervelli, è ora di dire basta. E ripartire dall’Unico Vero Dio Uno e Trino.
Maurizio Scandurra