Case popolari a forze dell’ordine: a Milano polemica su riduzione. E’ scontro sulle case popolari alle forze dell’ordine. Lega e Pd affilano le parole (solo quelle, ovviamente) e il botta e risposta è al veleno. Tutto parte dalla decisione di Palazzo Marino di ridurre dal 10% al 3% la percentuale di appartamenti di edilizia residenziale pubblica da riservare, appunto, alle forze dell’ordine. Una “tradizione”, questa, con un duplice scopo: da un lato, venire incontro alle esigenze abitative di una categoria particolare, che garantisce sicurezza ai cittadini, composta spesso da persone non stabili nel territorio. E, dall’altro lato, garantire una certa sicurezza ai quartieri e ai caseggiati, per il sol fatto che alcuni membri delle forze dell’ordine vivono lì.
La riduzione della quota non è andata giù a Stefano Bolognini, commissario della Lega a Milano ma anche assessore regionale alla casa. «Una decisione incomprensibile che mi preoccupa», ha scritto Bolognini, ricordando le due ragioni di cui sopra e sottolineando che la possibilità di accedere a un alloggio a canone basso può rappresentare un incentivo a trasferirsi a Milano, città dove le case costano parecchio.
Non si è fatta attendere la replica del Pd, secondo cui, numeri alla mano, le forze dell’ordine in realtà non chiedono molte case popolari. «La riduzione della percentuale dell’assegnazione delle case popolari è dovuta alla necessità di rendere disponibili quegli alloggi che le forze dell’ordine non richiedono», hanno affermato i consiglieri comunali Simonetta D’Amico e Rosario Pantaleo. «Riveliamo un segreto alla Lega: anche Aler ha ridotto la quota di alloggi destinati alle forze dell’ordine, passando dal 10% al 5%. La riduzione delibrata in consiglio ha l’obiettivo di ridurre lo sfitto degli alloggi non richiesti dalle forze dell’ordine, assegnandoli a chi li aspetta da anni».“
https://www.milanotoday.it/cronaca/case-popolari-poliziotti-carabinieri.htm