Vi è una categoria che più di tutte è avversata nel tempo del covid 19, una categoria che è oggetto di quello che definisco senza perifrasi un vero e proprio oggetto di genocidio economico e sociale: la categoria dei ristoratori. Avrete notato che la categoria dei ristoratori e stata e una delle più colpite. Prima si è detto ai ristoratori che dovevano adeguarsi con le norme sanitarie e predisporre i loro locali di modo che potessero ospitare clienti senza favorire il contagio; poi, una volta che hanno attuato tutte le disposizioni idonee, i ristoratori sono stati costretti a chiudere e così è stato vanificato il loro lavoro.
Curiosamente i ristoratori sono stati costretti a chiudere dopo le 18 incondizionatamente in tutta italia, per il pranzo solo quelli delle zone arancioni e rosse quindi Lombardia, Piemonte , mentre molti altri negozi potevano rimanere aperti, come profumerie, negozi di giocattoli per bambini per fare qualche esempi otra i tanti possibili.
L’accanimento contro i ristoratori coincide de facto con l’accanimento che la globalizzazione mercatistica conduce contro una delle categorie che meno pare piegarsi agevolmente all’ordine della globalizzazione. In estrema sintesi se voi andate nella profumeria o nella cartoleria comprate bene o male articoli che rimandano molto spesso a grandi catene di produzione multinazionale; ebbene, se voi invece andate nel ristorante sotto casa troverete specialità tipiche paesane in molti casi poco globalizzate o comunque poco inclini a farsi globalizzare.
Eecco in estrema sintesi i ristoranti sono i luoghi che meno si lasciano colonizzare dal globalismo delle multinazionali e del capitale e-commerce con tutta evidenza; ecco perché hanno deciso di sterminarli di sottoporli a un vero e proprio preordinato genocidio teso a far sì che i ristoratori vengano letteralmente uccisi da questo infame regime terapeutico che usa il virus come alibi per ristrutturare la società e per imporre la nuova società dell’e commerce, del digitale, della finanza con annessa distruzione dei ceti medi e delle classi lavoratrici
Ecco perché dicevo tanto accanimento contro i ristoratori aspirano a distruggerli a colpi di lock down. L’obiettivo finale di questo nuovo capitalismo terapeutico è il seguente sterminare i ristoratori, spolpare le loro carcasse e sostituire la ristorazione locale caratteristica italiana con catene multinazionali uguali ovunque da Tokyo a Roma, Berlino, Londra fino a distruggere la ristorazione e quindi la diversità culturale, la differenza che arricchisce il mondo rendendo l’umanità molteplice nelle sue determinazioni culturali.
L’obiettivo è quello di distruggere la cultura la cultura si dà anche a tavola nelle differenze culturali che caratterizzano le tavole degli italiani rispetto a quelle dei francesi o dei tedeschi. L’obiettivo è quello di livellare i palati con una sorta di dittatura dei sapori che passa per la neutralizzazione cioè per la produzione operata dalle multinazionali dell’e commerce e del capitale del delivery del cibo da asporto. L’obiettivo è quello di distruggere la ristorazione come esperienza complessiva in cui si discute con l’oste si mangia dialogando nelle forme della convivialità, si trascorre un’esperienza complessiva.
Perfettamente d’accordo!