Libia, media: pescatori italiani rilasciati in cambio di quattro scafisti

Il rilascio dei pescatori siciliani, a seguito della visita lampo del premier Giuseppe Conte e del suo ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Bengasi, sarebbe avvenuto dopo un accordo per uno ”scambio di prigionieri”, con l’estradizione di quattro cittadini libici condannati in Italia come scafisti.

Lo sostiene il quotidiano panarabo ‘Asharq Al-Awsat’, vicino al generale Khalifa Haftar, citando ”fonti libiche ben informate’. Secondo quest’ultime, ”l’accordo di scambio di prigionieri con l’Italia si è concluso sullo sfondo di una mediazione regionale”, senza fornire ulteriori dettagli. (adnkronos)

Il ricatto libico era cominciato a settembre – articolo del 14 settembre 2020
Libia, Haftar ricatta l’Italia.”4 scafisti calciatori per 18 pescatori siculi”. La Libia adesso ricatta l’Italia. Proposto uno scambio di “prigionieri”, il generale Haftar chiede di liberare 4 scafisti condannati a 30 anni di carcere come trafficanti di migranti e assassini, in cambio offre la liberazione di 18 pescatori siciliani bloccati dal califfato per aver violato le acque libiche. Sequestrati anche due pescherecci. Dalla Libia, – si legge sul Corriere della Sera – non dalla Tripoli del traballante governo riconosciuto dall’Onu, ma da ambienti considerati vicini al generale della Cirenaica Khalifa Haftar rimbalza in Italia la proposta di una trattativa che trasformerebbe in ostaggi i pescatori accusati di avere violato le acque libiche.

Gli scafisti, secondo Haftar sarebbero solo “quattro giovani calciatori”. Il contrario di quanto accertato dalla magistratura adesso sconcertata da questa ipotesi definita «ripugnante» dal procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro: «Altro che giovani calciatori. Non furono condannati solo perché al comando dell’imbarcazione, ma anche per omicidio. Avendo causato la morte di quanti trasportavano, 49 migranti tenuti in stiva. Lasciati morire in maniera spietata. Sprangando il boccaporto per non trovarseli in coperta. Un episodio fra i più brutali mai registrati». affaritaliani.it