Vaticano: imbarazzante cornuto col teschio nel Presepe

di Andrea Cionci – – Chi di noi non ha mai pensato di inserire nel Santo presepe un guerriero cornuto con un teschio in fronte? Il giorno di S. Lucia, protettrice della vista,  abbiamo notato il dettaglio con lo zoom.
A quanto pare, questa statua del presepe in ceramica di Castelli esposto in Piazza San Pietro mette in imbarazzo le stesse telecamere vaticane dato che, nel video di inaugurazione, hanno scelto un’angolazione perfetta per oscurare completamente il lugubre, inspiegabile personaggio. Anche il Tg1 lo ha tagliato dai primi piani: inquadrano San Giuseppe, Maria, l’Angelo, i pastori, i Magi, ma non il guerriero col teschio.

Potete verificare voi stessi sul sito della Rai, su quello di Vaticannews, e qui, nel filmato intero dell’inaugurazione al minuto 18.40. Come si vede, l’inquadratura è laterale e copre il guerriero “infernale”. Scopriamo che, nella collezione originale di Castelli, i guerrieri erano due: ce n’era un altro, infatti, “positivo”, biondo e con un elmo a coroncina, privo di connotati malefici. Se si voleva inserire nel presepe un soldato, perché la scelta è caduta proprio su quello col teschio e le corna?

Vediamo i quotidiani: Il Messaggero propone un gallery di foto scattate da centinaia di metri di distanza, dove l’opera di Castelli non è assolutamente visibile finché non esce l’immagine di un ALTRO presepe, del tutto tradizionale, esposto sotto il colonnato, come se fosse quello di cui si scrive nell’articolo.

Anche La Repubblica riprende il presepe da lontano, guardandosi bene dall’offrire primi piani.

Mentre i media mainstream glissano pietosamente su questa presunta opera d’arte, con panoramiche veloci, contorte angolazioni o plateali sostituzioni, mentre i critici si affannano a costruire ardite e fumose interpretazioni, la risposta della stragrande maggioranza della gente comune è semplicemente … feroce.

Basti cliccare sul servizio del Corriere della Sera pubblicato su Youtube. Su 48 commenti visibili, 47 sono scandalizzate stroncature. Prima che spariscano, li pubblichiamo per intero di seguito, citandone qualcuno:

“Dire che fa schifo è riduttivo”, “Inguardabile, orribile”, “Anticristo”, “Messaggio massonico”, “Satanico”, “Vomitevole”, “Spero che ai bambini non si presenti questa mostruosità come presepe, nelle migliori delle ipotesi potrebbero avere incubi”, “Bella schifezza, un’altra perla del pontefice della Pachamama!”, “Inquietante e angosciante, che non ha niente a che vedere con il Cristianesimo”, “Giustamente a Roma lo hanno fatto con la monnezza” e via di seguito.

Sul canale Youtube “Medjugorie tutti i giorni”, non va molto meglio: su 107 commenti visibili, ben 105 sono terribilmente negativi. Alcuni anche spiritosi: “Gli animali di questo presepe sono stati investiti dalle radiazioni ?”, “Ma dove sono i vandali quando servono?”, “Vergognatevi ad averlo solo proģettato”, “Dalle piramidi egiziane potevate mettere le mummie”, “Sembrano dei biscotti giganti”, “Ma l’artista cosa si è fumato?”, “L’apoteosi della schifezza”, “Questo presepe ci fa rispettare il distanziamento”, “Sono scappati dal manicomio” e così via.

Sulla pagina Facebook di Vatican News dedicata al presepe, di 1090 commenti ne sono visibili solo 71 e 36 sono di questo tenore: “Con tutto il rispetto possibile, ma il presepe è a dir poco orrendo!”, “Simbolo della decadenza della Chiesa”, ”Un presepe osceno. Un’ offesa alla cristianità, un abominio”, “Brutti i feticci-totem, inquietanti i personaggi presenti e distanziati. Molto coerente con la bruttezza che da tanto abita quei desolati luoghi”, “I personaggi hanno fatto il tampone?”, “Orrido e demoniaco spettacolo degno di un covo di eretici è massoni”…

Peggio che andar di notte, dunque. Forse sarebbe il momento di aprire una profonda riflessione sul concetto di arte sacra moderna. Da troppi decenni ci si è allontanati da un’idea di bellezza oggettiva e assoluta che per 2000 anni ha ispirato la committenza ecclesiastica. Oggi, in un mondo nel quale il brutto, il cattivo gusto e l’osceno spopolano ovunque, non ci si può più permettere un’arte di “rottura”. Ma rottura da cosa, poi? Non esiste più niente da rompere: finita l’accademia, finita la “morale borghese”, cancellato il senso comune della dignità e del pudore, distrutta la forma…

Ma la cosa che davvero sconcerta è che nel 2020, in un’epoca in cui tutti hanno accesso a tutto, dove nulla sfugge all’obiettivo, in un contesto dove anche un solo osservatore su un milione è in grado di rivelare che “il re è nudo” facendolo sapere a tutti, ci sia ancora chi, nel mondo della comunicazione, continua a pensare di poter far fessi i lettori, gli spettatori, laici o credenti che siano.

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